sabato 30 luglio 2011

scusate se non vi chiamo "signori"


..e ce ne sono migliaia come lui..

sabato 23 luglio 2011

e comunque mi chiamo Andrea

Che cazzo di occhi che hai.
In fuori, arrossati, liquidi e belli, verde riccio castagna un po' e un po';
tieni occupati 4 posti anzichè uno con lo zaino, i piedi, il giornale e un mare di cartine.
Stai a rollare da minuti 15 un'infinità di sigarette
che infili, meticoloso, nel pacchetto vuoto. E sorridi. 
Anche Mauri lo faceva sempre perchè soffriva di insonnia come me.
Lanci pezzi inutili dal finestrino aperto e chiedi scusa, girato di un quarto a me che ti sto dietro.
E' solo carta. Poi sorridi e la stagnola del panino la lanci a canestro perfetto nel cestino della fermata.
Poi sorridi.
Fischi forte, tanto forte, apri il giornale sulla notizia del giorno, 90 morti, e fischi, ammutolisci e senza pensarci intoni Felicità di Albano e Romina Power. 
Ti alzi, carichi tutto a spalle, ti volti, sorridi e scendi cantando.
Siamo tutti sulla stessa cazzo di barca, o no?

lunedì 11 luglio 2011

Tra-piantata

Dura un secondo la mancanza di questo buco nero di famiglia che ho
e che funziona al contrario;
mi ha sputata fuori come un seme di cocomero
estraneo al palato,
è stato un invito a mettere radici Altrove.

Nell'ultima stanza stava, quell'uomo gigantesco e scuro, seduto a gambe incrociate
con le spalle dritte
i capelli lucidi e bianchi di lampade al neon
come in certi uffici tristi da seminterrato
il viso nero e piatto senza tridimensione.
Aspetto da sempre che apra gli occhi.

Mio padre mi ha regalato un'intera batteria di pentole,
tutte senza coperchio.
"Quelli non ce li ho" ha detto.
Figurati io, papà. 
Per un secondo mi manchi ed è un secondo lunghissimo.