sabato 31 dicembre 2011

e la mezza cippa di fine anno

Una bella lista di intenzioni, obiettivi da raggiungere. 
Che poi le intenzioni siano buone, non è detto da nessuna parte; il privilegio è l'aria che respiro, il pane fresco nel sacchetto di carta, la suola integra delle scarpe, le scadenze mensili rispettate. 
La casella di posta raccoglie i pensieri da conservare ma anche il ciarpame:
- Proposte di incontri con donne di ogni nazionalità (ho dimenticato la spunta sulla f, sono maschio in automatico)
- Offerte groupon per cene in coppia, viaggi in coppia, terme in coppia
- promozioni di scorta dallo staff di qualche cazzo di newsletter 
Oggi non indosserò gli occhiali, è un tentativo, quindi stringo più forte gli occhi, mi inclino verso il monitor, proverò a lavare i piatti senza fare danni e se trovo la porta, scenderò le scale. 
Un paio di volte mi è successo di stare nel caos a occhi nudi, come un pesce nell'acquario, solo ombre contorni sfuocati rumori ovattati; perchè se io non ho la vista perfettamente a fuoco, divento anche un po' sorda. Cose dell'altro mondo. 

sabato 24 dicembre 2011

la mezza cippa di Natale

C'era un piccolo presepe meccanico, da nonna,  fatto a casetta, con una chiave a molla e le statuine dentro: il bue, l'asino, Maria, Giuseppe e in mezzo, nascosto nella paglia, un neonato. 
Cioè a me non pareva proprio neonato, le proporzioni non sono mai state quelle giuste. 
Se caricavi la molla, bue e asinello muovevano la testa a destra e a sinistra, Maria vestita di azzurro si chinava in avanti verso il bimbo, che stava con le braccia aperte (già redentore, doveva saperlo che la vita è un giro), poi tornava su e toccava a Giuseppe. Che regolarmente, a metà canzone, si bloccava, tentennava un po', come avesse mal di schiena, e poi si ritrovava con la faccia a sfiorare la paglia; il bambino era stato furbo e non si era girato ancora ad accoglierlo, altrimenti avrebbe preso una capocciata. 
"Peppe, su! Peppe.." mio cugino ci stava delle ore a parlargli.
Sono passati quasi 40 anni, mia nonna continua ad addobbare l'albero allo stesso modo, tira fuori il presepe, glielo piazza davanti ma non ci pensa più a girare la chiavetta, anzi, a chiunque si avvicini, caccia un urlo e dice NO.
"Giuseppe è stanco. S'è fatt viecchio".

domenica 4 dicembre 2011

nebbia

Se ne stavano alla fermata del 68, quei due, marito e moglie, 
con una valigia, in mezzo alla nebbia.
Lui pareva nervoso, come solo può esserlo un uomo del sud. 
In più sgrammaticato, ma soprattutto nervoso.
Lei, parlava, ma era una litania sottovoce, come un rosario.
Io poche cose ho capito, drammi di famiglia, 
per ragioni irragionevoli, spiegazioni inspiegabili, faide incomprese.
Lei mormora un lamento, lui passeggia irritato, si gira e le dice:
"..questa volta così, un'altra volto.. scendo. 
Perchè chi la porta, lo prende.
Stavolto scendo e glielo dico, quattro."
Mi chiederò tutta la notte, nella nebbia, che faccia fa uno che gli dici "Quattro".