sabato 22 dicembre 2012

Checco

Doveva presiedere una commissione quel pomeriggio.
Un giorno come tanti solo più umido, più caldo, più rognoso, più spento per il solo fatto di dover presiedere; voleva dire stare al chiuso in camicia-giacca-cravatta, seduto a un lungo tavolo, circondato da un tot di persone, 60% imbecilli, 30% indifferenti, 5% stronzi, 3% sagome di cartone, 1% amministratore delegato (che in qualsiasi momento poteva rientrare nelle altre categorie).
Non poteva cazzeggiare col telefono e questo lo rendeva ancora più incline alla sudorazione, ma poteva tenere l'auricolare (almeno il destro) e ascoltare musica, tanto per non farsi sopraffare dall'inutile vociare del vicino e dalla spiegazione inutile della brochure inutile di presentazione dell'inutile commissione.
L'aria era talmente umida in quella stanza, dopo due ore, che sembrava ci fosse nebbia, tanto che pensò -qualcuno sta fumando, non è cosa-.
Girò lo sguardo più volte e le gocce di sudore gli colarono sugli occhi:
vide che erano tutti in canottiera. 
Di quelle a spallina e trama larga. Non poteva crederci. 
Spuntava anche un ginocchio nudo del tizio di fronte a lui che sembrava seduto a un chiosco di birra. Ma che cazzo succedeva?
Fece cadere la penna a terra, sulla moquettes che scoprì essere sudicia oltre il limite e chiazzata e .. avevano tutti calzoni corti o leggeri e sandali ai piedi, tranne il dirimpettaio che stava del tutto scalzo.
Tirò su la testa stava per dire -ma che cazz...
Il ficus nell'angolo era diventato una cecropia gigantesca e tutti lo fissavano accigliati ma in silenzio. 
Il sudore si fece gelido quando il tizio davanti a lui abbassò finalmente la gamba, si sporse verso di lui col petto appoggiando il braccio sinistro e porgendogli una pistola con la mano destra.

"Tocca a te, Checco". Poi sorrise e aggiunse: "Tanto domani la cambiamo questa merda di moquettes".

giovedì 13 dicembre 2012

l'ultimo dei trenta

Quindi, per quest'anno, a sentimento e su suggerimento, 
compio 22 anni;
l'anno scorso erano 78,
l'anno prossimo saranno 13, suppongo ma non ne sono certa.
La consequenzialità del tempo è stata sempre un mistero per me, di certo non il mio punto forte, in effetti non so di cosa sto parlando e nemmeno è un argomento interessante.
Nel frattempo, quasi come in quel romanzo famoso di Oscar Wilde, la mia fototessera invecchia più di me, ma forse è normale, capita a tutti o più probabilmente dipende dal fatto che ho dimenticato la foto nei jeans, prima del lavaggio.
Io non ho fatto patti col diavolo nè ho intenzione di vendere l'anima senza rilascio di regolare ricevuta/fattura, che magari almeno quella riuscirò a scaricarla dal 730.
Ora, con vera spontaneità, fatemi gli auguri, checcazzo (con affetto, s'intende)..

lunedì 3 dicembre 2012

in gorgo

La mia testa non è un buon posto per fermarsi perchè c'è il gorgo; quello è incontrollabile, ti gira e ti rivolta, ti risucchia e non sai mai da dove potrai uscirne.
Che poi, chi ti ha fatto entrare? 
Era chiuso qui, serrato e fortificato di cancelli invalicabili.
Sei un ladro? Io non lo so. 
Ti facevo più illusionista, allora può darsi che tu abbia imboccato il portale giusto e ti sia teletrasportato, senza avvisarmi, e io non volevo.
La mia testa è un lago paludoso e le cose che ci stanno dentro, se non incappano nel gorgo, scendono giù e si fanno sangue, arrivano dritte dritte nel cuore, che le pompa e le ributta in ogni angolo, finchè non risalgono a formare un groppone qui tra gola e sterno, che, se va bene, ritorna in alto per farsi piangere. 
Ma, se va male, precipita nello stomaco e te lo asfalta. Come il peggiore dei vini in brick.