domenica 7 settembre 2014

melting pot (salutama'ssorreta)

Può bastare un'ora, a bordo di bus, per ascoltare umani, che si spostano, 
sfregiandosi con le parole.
Ho visto, nell'ordine
egiziani litigare con rumeni
rumeni litigare con maghrebini
maghrebini litigare coi cinesi
cinesi litigare con albanesi
albanesi litigare con italiani
italiani litigare un po' con tutti
e rinfacciarsi paesi d'origine, ingiuriare morti di famiglia, intercalare con divinità di terra cielo e mare di ogni angolo del mondo.
Mi sono chiesta cosa non funziona tra testa, cuore e pelle.
Le ossa, forse, quelle non reggono, e le cartilagini;
pare un'umanità artritica in un pianeta troppo umido.
E' la globalizzazione dei difetti, l'appartenenza a un paese che diventa regione che diventa provincia che diventa quartiere che diventa cortile che diventa il soggiorno di casa tua.
Dove si rovescia il sangue.

sabato 30 agosto 2014

versione Muppet

1 kg di piombo e 1 kg di piume.
A chi chiedeva cosa pesa di più? io rispondevo: uguale. Ripensandoci bene.
Un chilo di piume te lo puoi spargere addosso, attaccare a mò di cappotto, coprirne ogni sperduto angolo di corpo e non sentirlo, in testa e sulle spalle come boa di struzzo, 
Quezalcoatl o Renato Zero (a scelta); o a forma di ali, finte, ma pur sempre ali.
Pròvati col chilo di piombo, che compare ed è subito pesante palletta o cubo o peggio cuneo e quello se ti prende qua dietro, forte, sul capocollo o sul ginocchio o dritto in fronte,  
cazzo se lo senti.
E non è uguale no.
C'è chi ne sa
che non vuol dire ne sa "ancora" ed emana sapienza antica
ma nemmeno ne sa "già" ed emana visioni futuro-remote
vuol dire "c'è chi ne sa" e per me emana mahna mahna.
Non ha senso, lo so, ma se ce l'avesse, non vorrei saperlo.

lunedì 11 agosto 2014

tours

Si, viaggiare. Il last minute non tralascia nulla delle opzioni o nelle opzioni. O sulle. 
Questa cosa della lingua italiana che la devi saper scrivere sta diventando una crociata e,  suppongo, la settimana enigmistica ci avrà messo lo zampino. 
Si son svegliati tutti professoroni dall'invenzione dei social e dei tablet, manco avessero seminato crusca nelle accademie fino a 5 secondi prima di leggere le bacheche degli altri; è un bel titolo per un film. Le bacheche degli altri. 
Addirittura: le chat degli altri (ma questo non lo farei girare ad un regista francese, per dire).
La gita giornaliera ha fatto tappa, senza vendita di pentole, in due ospedali, tra infermieri, oss, dottori, assistenti sociali, purè di patate, minestrine e malati più o meno gravi. Ossigeno catetere flebo.
Mi sono affezionata alla signora Cloe che parla così piano e ogni volta chiede aiuto a uno degli altrui parenti/visitatori perchè deve uscire. A che ora passa il traghetto? Parte qui, vero? Lo dica, che io devo andarmene. Nonna invece è ossessionata dalle creature: i ragazzi. Non ce l'ha più la connessione spaziotemporale, perchè lo sa che io sono io ma credo di essere senza età nel suo mondo. Mi chiede se ho parlato con questo o quello e 50percento degli interessati fanno passi da decenni nell'aldilà. 
Lo dice anche l'oroscopo: prendi e parti, fa' un viaggio.

mercoledì 16 luglio 2014

maghi

C'erano poi solo una sala slot e una sala scommesse nell'isolato. 
Le concessioni all'apertura le gestisce Silvan.
Sim Sala Bingo!
Fàllo un terno, metticene un'altra.
Ricordate di giocare, responsabilmente, chè anche il comune amministra, con moderazione.

venerdì 4 luglio 2014

Scòppole

L'omino maldestro e ripieno delle sue convinzioni
quel giorno scambiò il rispetto, la gentilezza e la discrezione
per genuflessione.
Ricevette in risposta un bel sorriso
aperto
che lo invitava a muovere lunghi e veloci passi
sul sentiero che lo avrebbe portato
dritto-dritto 
affanculo.
Fu un brutto colpo per lui,
più che uno schiaffo morale
fu una scòppola virtuale
ma sempre meglio di una capocciata, vera.

domenica 29 giugno 2014

nuvole di draghi

Un giorno di penombra distratta e nuvole, di draghi bellissimi, lo specchio mi riflette un angolo. 
Solo un pezzo, di una casetta di lumaca sulla schiena. 
C'è scritto: l'hai rubata! 
No dico, e la coda di sirena è mia, che fai, tocchi! 
Stanno tutti a guardare in quel microscopico angolo di riflesso rotto, me, che invece sto ammarmocchiata come un bambino a far la pipì. Mi scappava, non è meglio lasciarla andare? 
Trattenere dovrebbe essere reato, tranne la modica quantità, per uso personale. 
Trattenere infiamma senza criterio, invece che davanti a un bel falò, mi sarei ritrovata in un rogo. 
Come le streghe.
Perché non lo stendi bene, quel destino, appena lavato? Lo sanno tutti stirarlo non serve, se lo accarezzi con le mani, due pinze e si asciuga al vento. Vedrai.
Pieno di strappi che te lo porti appresso. Io l'ho ricucito e rattoppato e non mi copre mai tutta. Preferisci i piedi, scoperti nudi. Le braccia lunghe, tanto, che sono i rami di ogni stagione. Le gambe. 
Io non le accavallo mai, ad esempio.

martedì 24 giugno 2014

alternative

San Giovanni è nuvolo, nuvolo potrebbe essere un nano o un vino, 
comunque è festivo. 
Dovrei lavorare, ma ho le ferie arretrate, che mi aspettano sul marciapiede opposto, come l'acquario 
che mi sfotte l'ascendente. Che fa sale? No, no. Fermo l'ascensore, aspetto il tecnico. 
Non per altro, un tecnico serve sempre durante i mondiali. 
Io non li seguo, loro tormentano me ovunque. Ci vorrebbe un altro pianeta alternativo,
ai confini della realtà.
Come il corridoio del reparto di urologia che ha lo struscio di degenti con sacchetti di ogni colore e dimensione per portare a spasso le urine. Io a papà ci porto il trolley. 
E la radiolina.

sabato 21 giugno 2014

Diecenni

Era ieri, nel calore avvolgente del tram canicolare già da un paio di settimane, che venivo circondata dall'estate ragazzi. Più bambini che ragazzi.
Maschi, coi maschi, e femmine, con femmine, tranne una, dal nome esotico, occhi azzurri grandi come cartoni animati giapponesi, capelli castano chiaro legati in una treccia lunga. Dileggiava i compagni, e sorrideva alle loro risposte, facendosi dileggiare di cose innocenti da bambini, soprattutto uno, seduto di fianco a me che col tono di voce alto mi sfondava il timpano con la domanda "signora, scusa, che ora è??".
Io ridevo, dal momento in cui si erano riversati in massa occupando l'aria, tutti sudati come solo i marmocchi durante l'estate ragazzi, vocianti e zainati, rossi di sole e calura. Vivissimi. 
Insomma abbiamo attaccato bottone, tra noi bambini sperduti nel viaggio, e l'animatrice, mia figlia pure lei a occhio, al rimprovero -non disturbate la signora- si è sentita rispondere dal diecenne: "ma che disturbo, la signora sta ridendo".
Giustamente. Bravo Leonardo da Vinci, m'ha detto che si chiama così e io a questo punto gli credo, anche se mi fissava le tette.

sabato 14 giugno 2014

Angolo rustico nell'ingresso

Forse dovrei liberarmi di questi pezzi di mobile che ho nell'ingresso da un paio di mesi, ma ancora mi piace l'idea dell'angolo "rumenta" nel disimpegno.
Le case troppo ordinate mi danno ansia da prestazione.
Io sfoglio le riviste d'arredamento con lo stesso stato d'animo con cui guardo alcuni film di fantascienza: oscar per scenografie visionarie.
Nelle riviste in questione ci sono bagni che non esistono nella realtà mia, roba che per arrivare dal water al bidet devi calcolare un'ora a passo veloce, piastrelle brillanti che ignorano l'esistenza del banale e rozzo calcare, vasche in cui puoi farci gare olimpiche con tuffi liberi dallo stendibiancheria (se solo fosse contemplato l'uso dello stendibiancheria). 
Ho in mente una foto, in particolare, di un bagno, open space, grande come tutto il mio appartamento, con la parete vetrata affacciata su una collina verde smeraldo e la vasca al centro, metà indoor/metà dehor, per scegliere la posizione adatta al momento relax.
Con sotto la dicitura: "grazie al cazzo".