domenica 29 giugno 2014

nuvole di draghi

Un giorno di penombra distratta e nuvole, di draghi bellissimi, lo specchio mi riflette un angolo. 
Solo un pezzo, di una casetta di lumaca sulla schiena. 
C'è scritto: l'hai rubata! 
No dico, e la coda di sirena è mia, che fai, tocchi! 
Stanno tutti a guardare in quel microscopico angolo di riflesso rotto, me, che invece sto ammarmocchiata come un bambino a far la pipì. Mi scappava, non è meglio lasciarla andare? 
Trattenere dovrebbe essere reato, tranne la modica quantità, per uso personale. 
Trattenere infiamma senza criterio, invece che davanti a un bel falò, mi sarei ritrovata in un rogo. 
Come le streghe.
Perché non lo stendi bene, quel destino, appena lavato? Lo sanno tutti stirarlo non serve, se lo accarezzi con le mani, due pinze e si asciuga al vento. Vedrai.
Pieno di strappi che te lo porti appresso. Io l'ho ricucito e rattoppato e non mi copre mai tutta. Preferisci i piedi, scoperti nudi. Le braccia lunghe, tanto, che sono i rami di ogni stagione. Le gambe. 
Io non le accavallo mai, ad esempio.

martedì 24 giugno 2014

alternative

San Giovanni è nuvolo, nuvolo potrebbe essere un nano o un vino, 
comunque è festivo. 
Dovrei lavorare, ma ho le ferie arretrate, che mi aspettano sul marciapiede opposto, come l'acquario 
che mi sfotte l'ascendente. Che fa sale? No, no. Fermo l'ascensore, aspetto il tecnico. 
Non per altro, un tecnico serve sempre durante i mondiali. 
Io non li seguo, loro tormentano me ovunque. Ci vorrebbe un altro pianeta alternativo,
ai confini della realtà.
Come il corridoio del reparto di urologia che ha lo struscio di degenti con sacchetti di ogni colore e dimensione per portare a spasso le urine. Io a papà ci porto il trolley. 
E la radiolina.

sabato 21 giugno 2014

Diecenni

Era ieri, nel calore avvolgente del tram canicolare già da un paio di settimane, che venivo circondata dall'estate ragazzi. Più bambini che ragazzi.
Maschi, coi maschi, e femmine, con femmine, tranne una, dal nome esotico, occhi azzurri grandi come cartoni animati giapponesi, capelli castano chiaro legati in una treccia lunga. Dileggiava i compagni, e sorrideva alle loro risposte, facendosi dileggiare di cose innocenti da bambini, soprattutto uno, seduto di fianco a me che col tono di voce alto mi sfondava il timpano con la domanda "signora, scusa, che ora è??".
Io ridevo, dal momento in cui si erano riversati in massa occupando l'aria, tutti sudati come solo i marmocchi durante l'estate ragazzi, vocianti e zainati, rossi di sole e calura. Vivissimi. 
Insomma abbiamo attaccato bottone, tra noi bambini sperduti nel viaggio, e l'animatrice, mia figlia pure lei a occhio, al rimprovero -non disturbate la signora- si è sentita rispondere dal diecenne: "ma che disturbo, la signora sta ridendo".
Giustamente. Bravo Leonardo da Vinci, m'ha detto che si chiama così e io a questo punto gli credo, anche se mi fissava le tette.

sabato 14 giugno 2014

Angolo rustico nell'ingresso

Forse dovrei liberarmi di questi pezzi di mobile che ho nell'ingresso da un paio di mesi, ma ancora mi piace l'idea dell'angolo "rumenta" nel disimpegno.
Le case troppo ordinate mi danno ansia da prestazione.
Io sfoglio le riviste d'arredamento con lo stesso stato d'animo con cui guardo alcuni film di fantascienza: oscar per scenografie visionarie.
Nelle riviste in questione ci sono bagni che non esistono nella realtà mia, roba che per arrivare dal water al bidet devi calcolare un'ora a passo veloce, piastrelle brillanti che ignorano l'esistenza del banale e rozzo calcare, vasche in cui puoi farci gare olimpiche con tuffi liberi dallo stendibiancheria (se solo fosse contemplato l'uso dello stendibiancheria). 
Ho in mente una foto, in particolare, di un bagno, open space, grande come tutto il mio appartamento, con la parete vetrata affacciata su una collina verde smeraldo e la vasca al centro, metà indoor/metà dehor, per scegliere la posizione adatta al momento relax.
Con sotto la dicitura: "grazie al cazzo".