martedì 29 dicembre 2015

Riassunti 2015

Je suis Chi?
Morti in Kenya Morti in Nigeria Morti in Siria Morti in terra acqua ed aria
Aerei scomparsi e/o abbattuti
ProfughiProfughiMuri filo spinato ruspe del cazzo 
Profughi migranti un milione (nu'milion, direbbe Bellavista)
Palmyra rasa al suolo 
Dignità raso terra 
Eclissi di luna, eclissi dell'altra 
Plutone e le macchie
ProfughiMorti. Quanti? 
Conferenza sul clima Paris, oui je suis
Acqua su Marte Messina no Pianeta gemello Ma la Terra, No
Colpi di stato elezioni referendum attentati, a scelta. Nai Oxi.
Mattarella chi è? Come mai l'hai portato con te?
Armi armi armi vendita scambio bombarda. Chi le vende, a chi le compra. O viceversa. Stopwar stocazzo
E il doping la Fifa e la Champion le medaglie i mondiali e le coppe, si salva solo il karate Quattro lesbiche i mangiabanane e i froci no Valentino Rossi nemmeno
1945 Miss Italia dice 1942 ma pure 2015, ok. È l'anno giusto
San Gennaro è giapponese
Vaccino Ebola, solo loro, noi le bufale sui vaccini
1985 Ritorna al futuro, ma quale? L'atomica i college l'isis le armi le stragi (vedi sopra)
E Wolswagen ancora non lo so scrivere.

domenica 13 dicembre 2015

reload

C'è stata un'occasione in cui la sveglia ha trillato fino a spegnersi e tu niente, neanche ti sei voltato per il disturbo.
C'è stata una nottata che era quasi alba e sei rientrato storto e accaldato, ma profondamente incazzato. Hai sbattuto la porta, preso di spalla l'angoliera, preso a calci quello stronzo tappetino del bagno, vomitato nel cesso tutte le occasioni perdute.
C'è stata una serata che era la fine di un pomeriggio deluso e non era ora; meglio chiamare, vedere, organizzare, ordinare negroni. Osservare le facce e qualche occhiata audace con una parlata melliflua, chè continua a non essere l'ora.
C'è stato un pomeriggio trascorso a stento a sfogliare testi sul decapaggio, i metalli, i capelli, uno vale l'altro per quanto può interessare.
C'è stato un pranzo tra amici finito troppo in fretta.
C'è stata una mattina dai contorni confusi come nella nebbia là fuori, il caffè a lungo lo osservi e raffredda, esci a scaldarti. Cioccolata con panna grazie.
Dove dovrebbe ricominciare.

venerdì 4 dicembre 2015

Fritto misto sabaudo

Nessuno me l'ha chiesto, o forse sì, in separata sede, quindi credo mi lancerò senza freni in questa impresa di raccontare ricette a modo mio, quindi tu, che leggi, (Fracatz) e nemmeno me l'hai chiesto, vai sereno senza l'hashtag.
Sto qui a dirti, senza averne cognizione alcuna se non quella di averlo mangiato, che cos'è per me il fritto misto alla piemontese, semmai ti fosse venuta in mente l'idea di assaggiarlo o di andare su Wikipedia a vedere Cos'è??
Il fritto misto alla piemontese nasce dall'antica tradizione della cucina povera, altrimenti detta ayurvedichenonsibuttavianiente.
Il piatto si compone di frattaglie di carni di varia origine (bovina suina ovina) e pezzi più nobili (carrè di agnello appena uscito dal coiffeur), cosce di pollo e anfibio (nel senso di rana, al pollo vengono levate le calzature), qualcuno oserà aggiungere polpette e salsiccia, i più invasati anche cotolette di parenti vegani che tanto non apprezzerebbero il piatto.
A ciò si aggiungono verdure di stagione a tocchetti, ricordando che il periodo adatto a consumare il fritto è l'autunno/inverno. Se poi vuoi rischiare un collasso cardiocircolatorio in estate, fai un po' come cazzo ti pare. Ma muori felice.
Come se non bastasse, per dare un tocco di nobiltà al piatto, si osa  accoppiare sorprese dolci (amaretti, semolini, pezzi di mela, gianduiotti, meringhe, zabajone, avanzi di pandoro e torrone, confetti, mou, gommose alla liquirizia - da gianduiotti sto esagerando, te ne sei accorto?).
Il tutto è pastellato croccante leggero e fritto (ossimoro evidente) dai più sapienti e schizzinosi servito e mangiato in piatti separati, dai tolleranti e coraggiosi in un piatto unico. Da qualcuno in un secchio, con una mentina sopra. 
E bon appetit!

(Che poi Fracatz manco me l'ha chiesto, ma io ci voglio bene e scrivo per non farlo preoccupare.)

mercoledì 14 ottobre 2015

Shining

La superiorità del gatto d'appartamento è innegabile e quelli che si ostinano a fare no con la testa, non hanno capito che il potere appartiene già a Lui.
Intanto è Lui il padrone di casa , che sia maschio o femmina, castrato o meno, avrà sempre più palle di voi per tenervi testa e più tempo per dormire nel vostro letto.
Un gatto fa di ogni gesto e avventura un'esperienza; non è vero che dimentica, finge. Dissimula. 
Per destabilizzarvi emotivamente.
Sarà la goccia instancabile che vi perforerà i timpani e gli attributi se, dopo l'intervallo a cui lo avete abituato, non gli darete la pappa. A lui non fregherà nulla di scavare un tunnel dalla lettiera al centro della terra, di scardinare a graffi e morsi la porta della stanza in cui lo avete chiuso, di masticarvi piante, abiti e libri per poi vomitarveli mischiati ai peli sul cappotto o sulle scarpe nuove nuove. 
A voi si. 
Vi alzerete dal letto, dove pensavate ingenuamente di poter dormire un altro po', o dalla poltrona, dove credevate di riuscire a guardare un film in streaming, senza interruzioni, con lo sguardo di Jack Torrence cercherete una mannaia e, nel momento esatto in cui state per calargliela sul capino, Lui miagolerà, fissandovi con gli occhioni parlanti: "Hai sentito anche tu? Rumori. Credo siano i vicini. Certo un appartamento più silenzioso.. Non so come tu abbia scelto di vivere qui. Comunque, visto che sei in piedi, mi prepareresti uno spuntino?". 
Farà le fusa, la merdina, stendendosi sul fianco, leccandosi la zampetta - maledette paffute zampe di gatto- e socchiudendo gli occhi. E voi, imbecilli, gli gratterete la zona sotto il mento, quella del perdono loro e della sottomissione vostra.
Lui, loro, riusciranno a convincervi che sono stati davvero i vicini di casa, a produrre rumori, disastro e vomito, come degli illusionisti, e solo voi perderete la memoria. Tutte le volte. Alimenteranno la loro già spiccata autostima, nutrendola col vostro senso di colpa, e se ne andranno a coda dritta e fiera ad occupare il posto caldo che era vostro, prima di alzarvi; mentre voi rimarrete rancorosi ad ascoltare il silenzio, a macerarvi la coscienza, come pensar male di quel batuffolo fuffoso.



Poi gli farete una foto e la pubblicherete, ovunque.

lunedì 12 ottobre 2015

Le senti queste voci

A me mancano le voci, ultimamente; non so se per 'sta mania di messaggini e chat che porta a un punto rarefatto le conversazioni, o perché vivo sola, cosa che presenta qualche svantaggio se non hai a chi sfrangere i marroni.
Il più è che mi mancano pure le vocine interiori.
Tutte zitte, le sento che sciabattano indaffarate, una si sta spazzolando i denti e un'altra beve il caffè, quella che soffia; una legge, una fa le parole crociate e rosicchia la penna, l'ultima fissa il nulla e tira su col naso.
Stamattina me ne serviva
una a cantare Lollipop
una che mi registrasse la segreteria, che io nemmeno ho
una a indicare per di qua per di là. No, di là no
una del sorridi, ancora, ma più dentro e ricordati di fare pipì
una che devi farti vedere da uno bravo
una che non sei buona solo per qualche trombata, credimi
una che fatti abbracciare
una dell'aiutati che il cielo manca.
Invece stanno mute, le stronze.

giovedì 8 ottobre 2015

Favole per gattini 2di?

Come era arrivato, lì? 
Le domande nascono spontanee quando raggiungi certi livelli 
e non sei stato tu a salvare il gioco. Non nel tuo hard disk.
Ma poi le giornate trascorrono, a mezzanotte i rintocchi siglano la fine della giornata a favore del "salva su disco?" 
e inizia quella del "salva con nome?".
Servono i nomi. 
Gli uscì di urlare USCITELI e intanto !Genio!! correva, felice, a perdifiato 
seguendo quel profilo con un dito.
Cazzo di stalker. 
Nel frattempo un saggio confessava di non esser nato proctologo, 
bensì opinionista di quarto grado. 
Non rimaneva che fare la conta: 
"Ambarabà ciccì cocò, tre civette, si.. E i marò?"

mercoledì 7 ottobre 2015

Favole per gattini di facebook 1di?

Quella notte il !Genio!! dormì sul suo letto di rucola e decise di non puntare la sveglia ma di spararle a casaccio. 
Tenne accesa la lampada, sua antica dimora, per abbronzarsi come Carlo Conti o Cassius Clay; poi dovette arrendersi e confessare a se stesso che gli era sempre sembrata più una teiera, o un samovar, tanto caro agli scrittori russi, così in loro onore tirò su un muro di fette di salame ungherese e preparò un'insalata con maionese vegana. Quand'ecco una voce sussurrare:
" Io sono giapponese e la maionese vegana non esiste.. 
Ma se vuoi hai tre desideri a disposizione. 
-Davvero?  
No. Però mi diverto così." 
A quel punto si zittì, lasciando dietro di sè una scia chimica, due mozzarelle vaccine (autistiche) e la scritta CIAONEEE così come si legge.

giovedì 1 ottobre 2015

d'io seconda parte

"Buongiorno, volevamo sapere se lei dovrebbe mettersi in contatto con dio 
cosa gli vuole chiedere?".
Di insegnarle ad usare il congiuntivo.

domenica 27 settembre 2015

d'io

Sono una guardona, lo ammetto.
Piuttosto che occupare il centro di una scena, preferisco osservare dai bordi tanto al margine da rasentare la trasparenza. Poi m'incazzo se qualcuno non mi nota, però questo fa parte del carattere "non bello". Ma credere di esser perfetti lo lascio ad altri, come peccato.
Che poi non è questa gran confessione, ma anche da bambina, quando ero sulla strada per cominciare a credere in qualcosa/qualcuno di evanescente immanente onnipotente e trino,  ho fatto fatica a farmi piacere la confessione più di altri sacramenti, perchè non trovavo peccati abbastanza significanti da confessare.
O perchè trovavo assurdo raccontare a un intermediario quello che il suo capo doveva già sapere, da onniscente; cioè, se io fossi dio, a parte rendermi conto di aver creato una razza a tratti disgustosa, ipocrita, egoreferenziale e piena di pregiudizi, troverei la mia più grande soddisfazione nello sbirciare la vita di tutti. Da trasparente che però si fa notare con apparizioni su macchie di muffa.
Li scoverei da me i peccatori, ed essendo dio dovrei adoperare la mia giustizia (unica e incontrovertibile) da solo, altrimenti onnipotente stocazzo.

giovedì 17 settembre 2015

Beata 'gnoranza



Non me le dite tutte 'ste cose che sapete. 
Perché sono smozzichi, abbreviazioni, riassunti di Bignami, avrebbero detto quelli che li avevano i Bignami, col Reader’s r Digest, a comporre lo spazio Wikipedia della libreria.
Non per offendere Wiki, dopotutto è l'infarinatura del sapere, la crosticina della cotoletta, la pastella della tempura, tutte versioni 2.0 del "fritto de nonna" che  però puntava sulla quantità, non sulla qualità. 
Faceva male, ma non l’hai mai saputo, almeno fino alla fine degli anni ’80.
Adesso ci vuole maestria, pare che puoi friggere ogni cosa  ed è leggera, c’è l’olio apposta, il fritto che va in forno, i solo 0,1% di grassi; ne mangi e non fa male. Ma se sei come me, hai ancora fame e vai avanti e ti prepari ad altro, come col sapere. 
A meno che tu non sia da nonna e non c’è speranza.
Ora c'è chi sa tutto, lo scrive e io  leggo e ci credo, perché è bastato un click s’è aperto il link ho controllato i feedback, e io penso d’allargarmi e immagazzino, occupando inutilmente lo spazio libero sul disco. 
Comunque da poco ho scoperto che se la nozione/il ricordo è inutile, presto la potrò eliminare con una rapida smussata alla cresta del dendrite (l'ho letto su un blog ripreso dall’ Huffington post che l’ha preso da Nature – col link sul link, e si rincorrono).
Per adesso pare funzioni sui topi, e me lo chiedo spesso, ma che c'avrà da ricordare un topo che non gli è utile?

mercoledì 5 agosto 2015

Il tricheco

La soglia della povertà è per me un disimpegno sulla realtà circostante; un ingresso, un corridoio, un tunnel, chiamatelo come vi pare, più spesso angusto che confortevole. E un ingresso, a rigor di logica, dovrebbe collegare, attraverso una porta, un dentro con un fuori.
Noi, sulla soglia, siamo gli indisponenti anelanti verso l'esterno - la comodità, la proprietà, la villeggiatura, il lavoro ben retribuito, la TV a schermo ultrapiatto, la serenità, ecc. - dove stanno i tali e quali a noi, ma con molto in più.
Noi, sulla soglia, siamo gli indisponenti vergognosi verso l'interno - l'indigenza, la nullatenenza, la disoccupazione, la disperazione, l'abbandono, ecc. - dove stanno i tali e quali a noi, ma con molto in meno.
Noi, sulla soglia, teniamo aperta quella porta, appoggiandoci pesantemente non per permettere la comunicazione tra quelli che stanno dentro (i poveri) e quelli che ne sono fuori (i ricchi), no. Noi cerchiamo il posto fisso, preferibilmente fuori.
Possedere una collocazione stabile ha la sua importanza. 
La permanenza stabile (dentro o fuori) crea socialità, partecipazione, appartenenza, in qualche occasione disturbi psicotici emotivi relazionali, però con soluzioni stabili, in entrambi i casi: droghe e altre sostanze psicotrope, più o meno legali, se siete molto sfortunati anche a carico dell'Asl.
La permanenza nel disimpegno invece deve essere percepita come transitoria, quindi ci si scanna e si sgomita perchè a tratti c'è più folla, sempre di più, lo spazio si assottiglia, manca l'aria in base alla rotazione dei corpi e finisce che alcuni se la prendono con altri disperati che vorrebbero avvicinarsi all'uscita, anche solo per una boccata d'aria. Ciò può creare in alcuni casi rabbia, odio razziale, qualunquismo, salvini, grillini, in altri, tipo me, tentativi di comprensione, di pacificazione tra le parti, seguiti da stordimento, alienazione, lalllalllaalaà e disturbi psicotici emotivi relazionali, con soluzioni instabili: droghe e altre sostanze psicotrope, quasi sempre illegali o del discount.
In fondo, Noi, in quel disimpegno, non ammetteremo mai il nostro non sentirci abbastanza. Abbastanza ricchi per l'invidia, abbastanza poveri per la pietà.
Ora è chiaro, per me, che per avere una precisa collocazione tra il dentro O il fuori, quelle qualità di cui sopra, nei trattini, te le devi riconoscere tutte, perchè a chi è sulla soglia, di norma ne manca una o più in alternanza; quando capita di ritrovartela, sposti con cautela le spalle con cui trattieni la porta e ti fai un giro di là o di qua, però sempre con ritorno nel limbo, facendo molta attenzione al rinculo. 
Io infatti questa soglia l'ho sempre immaginata (e poi vissuta) con una gigantesca porta, incernierata a molla tipo saloon, basculante, e che, se ti distrai un attimo, ma pure se sei concentrato e credi nella sfiga, agisce da dolorosa scòppola per la tua dignità. 
Perchè potresti avere l'opportunità che ti scaraventi dentro, sine die, concedendoti finalmente un posto fisso, anche se tra i reietti.
Perchè nessuno ci ha avvisato che la porta è sì basculante ma in un senso solo: infatti si chiama la soglia "della povertà", mica "della ricchezza". 

giovedì 23 luglio 2015

Mood

La parmigiana di melanzane è quel mio umore migliore. 
Ha racchiusi abbracci di farina e uovo che avvolgono le fette prima di friggerle in padella, fiato di basilico fresco che profuma la salsa di pomodoro preparata al momento, l'amore degli strati sovrapposti che creano il tutto, passato nel forno a formare la crosticina sopra-sopra di una nevicata di formaggio grattugiato.
Fa caldo, è vero, ma passa, passa tutto, una volta che ho preso l'angolino della teglia così bollente, giusto per sentire se va bene di sale; che poi, tanto, se non va bene, ormai è tardi, ma lo faccio per abitudine.
O forse perchè funziona così, se levo via quell'angolo, soddisfatta della mia creazione, copro la teglia e dico: 
"domani. Il giorno dopo è sempre più buona".
Ci son tante cose tristi e aberranti nella realtà, che mi mettono di cattivo umore, ma mai quanto uno di quelli che davanti alla parmigiana del giorno dopo ti dice "Si, ma ne assaggio solo un pezzettino".

venerdì 3 luglio 2015

Quando è

Quando in Italia una donna viene aggredita e abusata, è stupro?
Sui social le varianti dicono che
se lei è sposata e lui è uno sconosciuto, beh si, ma che ci faceva lì?
Se lei è sposata e lui è il marito, beh dai. (però se la uccide, poi dopo dicono che c'è stato lo stupro e le lacrime sono più calde).
Se lei è single, com'era vestita? perchè tempo fa se portava i jeans, per qualcuno non era stupro. E se aveva una mini o un abito succinto, allora se l'era cercata.
Se lei è  una prostituta, ma va, dài. E' il suo lavoro.
Se lei è italiana e lui extracomunitario, per salviniana regola, è stupro, sissignore*.
Se lei ha 16 anni e  lui è un extracomunitario, come sopra.  Però se lui oggi è un militare italiano belloccio e palestrato, dipende.  Da che ore erano, come lei era vestita, quanto lei aveva bevuto, che ci faceva lei lì, chi sono i suoi genitori, che persone frequenta.
Quella ragazza è solo un corpo, quel corpo è un oggetto, per qualcuno è sempre solo un possesso.
Non c'è scelta e non c'è libertà 
perchè dalla più sfacciata e disinibita
alla più casta e pudica
dalla più vecchia
alla più santa
dalla più puttana
alla più giovane
c'è ancora chi si arroga il diritto di definire la donna in un corpo, quindi in un oggetto, quindi in una proprietà; il come e il quanto va mostrato e le conseguenze che ne devono derivare.

Rasserenatevi: c'è chi mostra il proprio corpo e vi assicuro, non cerca niente. 
Ma quand'anche cercasse qualcosa, cerca sguardi, cerca complimenti, cerca magari occhiate, cerca consensi, perchè no, cerca approcci.
MAI,  e ho detto mai, cerca violenza e abuso. E se poi decide che è "No, non voglio fare sesso con te", chi la costringe, sta  esercitando quella violenza e non ha giustificazione alcuna.
Che quella donna sia più o meno vestita, che sia santa o sia puttana , uno stupro è uno stupro.

 
* Verrà comunque prevista la pena di morte/castrazione chimica/sterminio di massa solo per i maschi extracomunitari.. gli va di sfiga (e di ricerca di consenso elettorale).

sabato 2 maggio 2015

Intercapedine (tra me e me)

È trascorso un anno da che nonna, 91enne allora, afflitta, come sempre è stata, da immaginari complotti familiari ai suoi danni, ma sempre caparbia nel rompere gli equilibri altrui (e così anche i coglioni), veniva colta da un "leggero infarto", testuali parole da cardiologo ospedaliero. 
Di leggero a 90 anni ci sono solo le ossa, la pelle e il brodino, penso io. E invece.
A vederla, più che un piede mi sembrava avesse nella fossa il mezzo busto compreso. 
Da autonoma deambulante spaccaminchia era ora inerme non più autosufficiente, per quanto ancora spaccaminchia.
Un anno. 365 giorni, memorie brevi perdute, un trasferimento in presidio assistenziale, visite. 
Da allora, nonna è un highlander, senza spada, senza kilt, senza nemmeno lo sguardo vacuo di Cristopher Lambert. Le sono cresciuti capelli più folti di quando è entrata e ha scoperto il ginseng nella macchinetta per le bevande, quindi, presumo, i capelli le torneranno castani.
E credo taglierà la testa, a tutti, prima o poi, se non in un garage illuminato da luci blu al neon, almeno nella sala mensa della casa di riposo; con sommo disappunto dei 4 figli e dell'Inps.