"La maggior parte del tempo mi sembrava di trovarmi nel mezzo di un enorme oceano nero, o nello spazio profondo, però non in un modo affascinante. Il fatto è che tutto era così incredibilmente lontano da me.
Di notte ancora peggio.
Ho cominciato a fare invenzioni e dopo non riuscivo più a fermarmi, come i castori, che conosco. La gente crede che abbattano gli alberi per costruire le dighe, ma in realtà è perchè non smettono mai di crescergli i denti, e se non se li limano continuamente tagliando il legno di tutti quegli alberi, i denti comincerebbero a crescergli dentro il muso e morirebbero.
Il mio cervello era uguale."
J.S. Foer
Molto forte, incredibilmente vicino
Cioè a me questo libro è piaciuto, pure tanto, però mi ha messo una tale malinconia addosso che non avrei voluto leggerlo; è passato del tempo, da che l'ho finito, e dopo non ho avuto altra voglia che di fare, ma senza premura.
Mi era venuta anche un po' di nostalgia, quella canaglia, delle situazioni casuali che ti fanno sentire il bene: una telefonata inaspettata, un momento giusto, un pranzo improvvisato, un pic-nic su due piedi, un incontro in treno.
Mi era venuta anche un po' di nostalgia, quella canaglia, delle situazioni casuali che ti fanno sentire il bene: una telefonata inaspettata, un momento giusto, un pranzo improvvisato, un pic-nic su due piedi, un incontro in treno.
Me lo ricordo quel viaggio in solitaria, di fronte alla coppia sessantenne brianzola col marito a raccontare di quando il passante non c'era e c'era la terza classe e i viaggi ti sussultavano, anzichè cullarti.
E' passato dell'altro tempo, da che li ho incontrati.
Nei cambi di treno la gente si scanta, anche se il treno è in orario e anche se il binario è lo stesso e se mancano 20 minuti alla coincidenza e se ha la prenotazione da mesi. Ci piace la frenesia, il correre, l'imbottigliamento nel sottopasso, le domande inutili ai ferrovieri, la sincronizzazione degli orologi a tutti i costi, lo stare in prima fila sulla linea gialla come in coda alla posta. C'è chi adora la pole-position.
Ma io no, ho smesso.
E' passato dell'altro tempo, da che li ho incontrati.
Nei cambi di treno la gente si scanta, anche se il treno è in orario e anche se il binario è lo stesso e se mancano 20 minuti alla coincidenza e se ha la prenotazione da mesi. Ci piace la frenesia, il correre, l'imbottigliamento nel sottopasso, le domande inutili ai ferrovieri, la sincronizzazione degli orologi a tutti i costi, lo stare in prima fila sulla linea gialla come in coda alla posta. C'è chi adora la pole-position.
Ma io no, ho smesso.
hai fatto bene
RispondiEliminala nostra è sempre stata una vita da mediani
per fortuna che ora c'è beppe e potremo riscattarci
adesso, m'hai messo ansia..
EliminaC'è un certo fascino, nelle retrovie.
RispondiEliminatrovo anch'io, si notano molte più cose. :) e si sgomita di meno.
Eliminavero, anche a me è parso malinconico
RispondiEliminaocchei, mi rincuori.
Eliminache meraviglia questo libro. idem il film. un bel nodo in gola.
Eliminain pole position, neanche più ai concerti...
Letto l'anno scorso, un vero capolavoro.
RispondiEliminaDegnissimo collega, il buon Jonathan! :)