domenica 6 gennaio 2013

tre metri sott'aceto

Era nata, una volta, e si chiamava Teresa, e cuciva asole per abiti coi bottoni blu. 
Solo blu. Tante sfumature e tonalità,  ma a riassumere, tra un azzurro chiaro e un oltremare, come vuoi chiamarlo?  
Era un posto come un altro la sartoria, col pavimento marrone, che stonava con qualsivoglia blu.
Teresa non aveva incubi perchè non li produceva e non aveva speranze perchè non sapeva la paura. Stava ignorante di amarezze e delusioni, si nutriva del succo aspro di coraggio, molto simile al liquido trasparente in cui galleggiava l'ultima cipollina; sarebbe sopravvissuta, lo intuiva, più del tempo misurabile, nella disinfezione di un metodo antico e superbo come il sottaceto. 
Il segreto era: cominciare da un crudo hors d'oeuvre, che per il pasto completo, diceva, c'è tanto, tanto, tanto di quel tempo.

16 commenti:

  1. ... e poi ascoltava la splendida Björk, così si manteneva più a lungo ;)

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  2. forse il tempo non è così tanto come pensa Tesesa, anche lui finisce, come le cipolline!

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  3. Risposte
    1. a me tendenzialmente sta un po' sul culo, ma sono opinioni mie :)

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  4. Sono andato ad ascoltarmi Bjork, ma mi diverto di più a leggere quello che scrivi.
    Buon Anno anche se in ritardo, cara amica!! :)

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  5. Io sono solidale con le cipolline. A loro non pensa mai nessuno, ingiusto.

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  6. è sì, una sana abbuffata necessita sempre di meravigliosi antipasti
    ti avrà mica ispirato la Monica

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  7. Quando si mangia troppo basta una puntina di bicarbonato sciolta in acqua.

    È bellissimo quello che hai scritto :)

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  8. Sai che non cercherò cosa significa hors d'oeuvre. Per principio.

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Ricorda: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre". Poi lèvati dalle palle.