lunedì 29 agosto 2011

Il buon giorno si vede più o meno da mezzogiorno all'una

Elenco dI motivi:
è il primo giorno di lavoro dopo 15 di ferie (poco) retribuite
e coincide con il clou della mia sindrome premestruale
che coincide con il punto più basso della curva mensile del mio bioritmo
che coincide con il peggior oroscopo che io possa aver mai deciso di leggere un lunedì mattina
che coincide con la mattina più nuvolosa degli ultimi 10 giorni
e con la notte in cui mi ha fatto visita la zanzara più spaccapalle della zona
e con il minor numero di ore di sonno da tre settimane a oggi
e con il primo pranzo insieme al capo, dopo 1 mese di assenza (sua, tra l'altro).
Costui (il capo) è logorroico già se stiamo lontani un fine settimana, pensa dopo 30 giorni durante i quali Lui si è fatto il coast to coast San Francisco-NewYork.

C'è una cosa di costui (il capo) che io trovo inquietante; almeno una volta alla settimana deve raccontarmi di un morto tra i suoi conoscenti.
Morto ammazzato, morto incidentato, morto malato, morto di giornata.
Ma non è che porto sfiga? 
Ma dai, figurati.. 
Davvero, non è che..
Capo, la pianti? non esiste la sfiga.
Comunque ti ho portato un regalino. Pensa, ne avevo comprato uno uguale a tizio che...
PORTA VIA QUELLA COSA!!!!!

mercoledì 17 agosto 2011

appennino

L'immobilità nello stagno rimbalza sul muschio-lichene.
Papere ferme ad aspettare il botto, mescolate ai manichini d'installazione pre-futurista.
Maschere, colori, odore di mandorle impastate nello zucchero,
nausea perfetta.
Bambini, bambini, ragazzetti, poppanti
e pance rotonde, il paese si moltiplica.
Artisti di strada perfetti, un bancomat dietro il palcoscenico, bottiglie, bicchieri, 
fuoco, sfoglie, salami e vino.
Buskers da tutto il mondo in una sola proloco riportano vento
nel mio cervello cariato,
non senza due barattoli
di porcini sott'olio e marmellata di pesche e fichi.
Il sottovuoto nel ritorno meno mesto, che a casa mi attende il solito casino.

mercoledì 3 agosto 2011

sono una rete da pesca

"Beatrice, alata e potente, leggera e svagata, veleggiava con le sue scarpe basse e un'altezza precisa e puntuale, come se l'avesse disegnata Picasso quando non stava fuori di testa.
Cambiava rapidamente direzione e aveva un passo veloce e svampito. 
Noi, dai tavolini dei bar, la seguivamo fino all'ultimo istante percependo strazianti disagi interni e avremmo voluto lanciare lazi da rodeo e acchiapparla una volta per tutte, con la sensazione netta che lei però si sarebbe liberata con un movimento distratto e lievemente infastidito e, leggiadra, avrebbe ripreso a camminare intraprendendo direzioni che non erano mai le nostre, alimentando un mistero fitto sulle sue destinazioni".
 Hanno tutti ragione, Paolo Sorrentino

Mi ci sono rivista, come in uno specchio, tanto per apparire la snob che tutti credono.
Non riesco più a odiare. Non riesco più ad amare.
Gli spazi sono quelli ora tra un nodo e l'altro, i nodi li ho stretti io con queste mani, da che erano larghi e sformati; è passato il tempo dei melodrammi, delle nottate in bianco a pensare ai sogni di seta e spine.
Dice: stai invecchiando. Non credi più alla rarità, ai momenti belli e sospesi.
Io penso: ora non ci credo, punto e sto andando, col senso del chissene, per me e me soltanto. Guardo i segni sul corpo mio e altrui senza quasi più fare domande.
La rete ha pescato
una lingua morbida
un figlio di puttana
un ladro
un ex professore
un supereroe
non necessariamente in quest'ordine.