venerdì 31 dicembre 2010

In occasione della festa (cose che si perdono)




..il cavatappi??
prova a vedere se trovi un cavatappi..

giovedì 30 dicembre 2010

pensavi all'orsetto?

“Una mente di terz’ordine è felice solo quando pensa come la maggioranza,
una mente di second’ordine è felice solo quando pensa come la minoranza.
Una mente di prim’ordine è felice solo quando pensa”

Certo, dipende.
Io avrei pensato a come decapitare the pooh (anche il gruppo, volendo).
Però non fatevi influenzare, io sono una cinica, stronza e disillusa e l'influenza, per me, rimane sempre e solo una malattia da curare.

mercoledì 29 dicembre 2010

ap-posta-menti

Non mi parte più skype.
Dice che non si connette e non ne vuole sapere, aggiunge.
Forse è grave.
Forse è solo un momento. Oggi.
No, perchè invece due giorni fa mi si è anche smagnetizzato il bancopostamat (per la seconda volta in un anno, fortuna che mancano pochi giorni sennò entravo nel guinness).
E sai che fa, quando si smagnetizza il suddetto? che devi andare alla filiale di posta dove hai aperto il conto, e solo lì, bada bene, e compilare più e più moduli, in triplice copia, per farti dare numero 1 blocchetto di assegni, perchè non puoi prelevare allo sportello come nelle banche normali. No. Devi farti un assegno, intestato a te stesso medesimo, e ritirare il contante. Perchè senza il bancomat non sei niente e nessuno, e quello nuovo arriva dopo 20 giorni, e quando arriva, devi tornare in filiale per attivarlo, altrimenti non serve a una cippa.
Alle poste siete strani. Si capisce già dalla temperatura interna. Io, fuori, faccio lo slalom tra i pinguini e voi dentro siete tutti in maniche di camicia (gli uomini) e in decolletè (le donne).
Ce l'avete nel sangue il risparmio energetico, voi.
Mi ricordo com'era andata la volta precedente.
Ci credo che si formava la coda. No, non è per le lentezze burocratiche di utilità pari agli aggiornamenti di WindowSvista, neanche perchè eravate lenti e fancazzisti e parlavate amabilmente di vostri personali aneddoti, guardando di malocchio l'utenza come dire "che fai, origli, maledetto?", mentre la vecchia lì di fronte stava per avere un ictus nell'attesa di versare la pensione e con quella pagare le bollette.. c'èra la coda perchè Qui c'è il clima ideale, in ogni stagione. 
Savana d'inverno e Groenlandia in estate.
Alla fine tutte queste cose io già le sapevo e quindi non mi sono scomposta più di tanto.
Ho incassato l'abbandono della carta, recuperato il libretto di assegni, slacciato la sciarpa per non sudare come un caprone, predisposto il kit di assistenza per gli anziani in coda e mi sono diretta alla filiale, quella giusta.
Che era chiusa. Per rinnovo locali.
Mi regalate un lanciafiamme?

lunedì 27 dicembre 2010

cannibale

Compare così al centro della tavola, il piatto rotondo,
con la portata di spicco.
Un gran bel paio di natiche.
Sode e rosate.

Mattinata di sveglia tardiva, in un letto disfatto ad arte, quella mano sulla spalla che dice vuoi mangiare qualcosa? Alzarsi intorpiditi, doloranti, persi ancora nel sonno acquoso di terme calde e figure scheletriche che, dopo essersi immerse, tornano di carne.
Sembrava un bel presagio.

Seduta, scomoda, con troppi cuscini, quando appare quel piatto, è tornare nel sogno.
Le mani della presenza (altra) afferrano il coltello, dalla lama bianchissima, e cominciano a tagliare, quelle fette. Sottili sottili.

Ritorna la risata e le parole dell'invito per la sera precedente.
Ti aspetto. Basta che porti il tuo culo.

sabato 25 dicembre 2010

il signor innamorabile

Si intende di abitudini.
Le coltiva, nell'ora del risveglio, nell'unico quarto di mela sbucciata, nei calzini, nella pausa per il pranzo.
E' un contadino, di ulivi antichi e nodosi, dei loro rami pieni e dei frutti che raccoglie.
Si intende di attitudini.
Affina il senso, per abbracciarti nei pensieri, completarli e contemplarti.
Farne uscire canzoni, versi, passi, viaggi.
E' un navigante, tra ghiacci appuntiti, e non sembra ricordare la ferita che l'unico scontro gli ha procurato.
Ho incontrato il signor innamorabile nella tracce, sulla sabbia, di una barca trascinata in secca, in quei solchi tracciati dove piedi nudi lasceranno le loro impronte ad aspettare l'acqua.

giovedì 23 dicembre 2010

Auguri e baci

Il mio Natale più bello fu nel 1983, quando l'addobbatissimo albero nano sul balcone prese fuoco per un corto circuito e papà pensò che l'incendio si poteva spegnere  con lo spumante.
Non me lo chiedo più perchè sono così, come non mi vedete.
E' di famiglia.
L'augurio più sincero che posso fare a quelli che qui leggono, per questi lunghi giorni di festazza, è di ridere, forte e bene, come me quella notte.
Può essere che ci siamo capiti?

lunedì 20 dicembre 2010

nascosto

Tu vedi ombra
scuro della luna nuova
polvere sotto il tappeto
occhiaie corrette
cicatrice impietosa
buio del sottobosco
un buco nel bilancio di fine anno
contropiega fatta male
doppiofondo
una frase censurata.
Tu vedi uno spazio piccolo
se è solo quello che vuoi vedere.

domenica 19 dicembre 2010

Il risveglio lascia tracce della notte

Quando lei è più bella; che strano, gli incubi di una volta quasi sono una nostalgia.
Dopo un sogno finito male ti viene voglia di alzarti e persino di farti una risata sul caffè che imbratta il fornello e il gatto che infila la zampa nel bicchiere di latte e il barattolo di nutella che sembra pieno, invece l'hai finito, che peccato.
Dopo un sogno che procedeva bene, ti chiedi perchè ?.
Volevo dormire, ancora.
Finchè qualcosa non andava storto, tanto prima o poi capitava, e adesso voglio imprecare, fanculo, senza ragione, ma cazzo devo lavare il fornello, al gatto gli mozzo una zampina e tu, di nutella potevi almeno lasciarmene un po', brutto stronzo.
Per dire che mi serve una ninnananna da giorno, per svegliarmi più morbida e gentile.

giovedì 16 dicembre 2010

l'ora esatta

Anche un orologio rotto, due volte al giorno, segna l'ora esatta.
Mi voglio inglobare in questo oggetto coi meccanismi andati
e, nell'errore, trovare il posto per cio che è.
Ogni 12 ore per un istante apprezzare l'errore che è fuori
aldilà
prima e dopo.
Una volta giorno, una volta notte.
Una vita asincrona (retrò-futurista)
che attende di compiere il momento "esatto".

martedì 14 dicembre 2010

sport nazionale

Dovrebbero permettere l'uso delle mani agli onorevoli in parlamento.
Per lasciarli sfogare dei loro istinti peggiori.
Che si pestino pure a sangue, che si insultino, che si lancino scranni e ortaggi, e pietre e altri corpi su altri corpi (un Brunetta che ti arriva sullo zigomo fa male).
Lo vorrei vedere.
In fondo, perchè proteggerli da loro stessi?
Perchè le camionette blu non erano dentro il Parlamento?
Perchè i lacrimogeni non li hanno annebbiati e fatti piangere?
Chi sono i più violenti in questo Bel Paese?

lunedì 13 dicembre 2010

37, 27 o 47?

Non era così che cominciava..
I (buoni) motivi per festeggiare oggi: no, ho cambiato idea e la lista non la metto più.
Le liste non mi servono, se non per fare la spesa e anche in quel caso, compro sempre una cosa, che non era in lista, e ne dimentico un'altra, che era dentro la lista.
Comunque ogni anno, ho un (buon) motivo in più.
Vale che festeggio perchè sono io e il post non è neanche troppo corto.
Sorrisi e fiori.

sabato 11 dicembre 2010

Più X ics che per + (assonanza è verità)

E' pieno di cartelli.
MERRY XMAS!!
Sarà che giusto l'altro giorno dei ragazzini parlavano della leggenda, che ancora gira, di quello che all'esame di maturità si mette a parlare di quel tale Nino Biperio.
La foga degli appunti.
Per l'appunto, la storia vuole che Nino Bixio, riletto, fa Biperio.
La foga del Natale.
MERRY PERMAS!!
Leggo io.
Perchè mi devi scrivere X al posto di Christ?
Posso sforzarmi di leggerlo ICSMAS.
Ma allora X-Men lo devo leggere ChristMen? che poi ci fai un film sui mutanti a cui spuntano la corona di spine e le stimmate come superpotere? ...
(ohmmamma, quelli sono i santi. I santi sono i mutanti..)
ICS=Christ.
Forse funziona per assonanza vocale, dell'inglese che se magna le lettere.
Io, però, che non sono avvezza all'ics, userei l'assonanza figurativa.
Quindi sarebbe +Mas, dove il simbolo + indica la croce, dài!
e non ci credo che la X sta per "croce", non l'hanno mica crocifisso in diagonale.
MERRY +MAS!!
Che conosco almeno 4 o 5 persone, compresa me dopo la seconda Tennent's, che riuscirebbero a leggere
Merry Piùmas!!

E scrivi BUON NATALE!!, santiddio..

giovedì 9 dicembre 2010

democrazie ad minchiam

Il nobel per la pace spetta a Liu Xiao Bo attualmente in carcere.
Non ci sarà a ritirare il premio, non lui e nessun altro per suo conto.
Il nobel gli spetta per il coraggio di promuovere e pubblicare in rete, insieme ad altri intellettuali e attivisti per i diritti umani, il documento Charta 08.
Il documento propone e chiede riforme al governo cinese per garantire i diritti umani in un paese che democratico non è.
Tra le riforme ci sono la possibilità per i cittadini di controllare l'operato degli amministratori,  la libertà di espressione e la libertà di associazione.
Cose normali, soprattutto in paesi come gli Stati Uniti d'America che per anni la democrazia l'hanno esportata (così poco democraticamente).

E gli Stati Uniti non ci stanno infatti e chiedono l'immediato rilascio di Liu
"Con ben 402 voti a favore e uno solo contrario, la camera bassa del Congresso Usa ha reso «onore» all'attivista per i diritti umani, gli ha rivolto le «congratulazioni» per il riconoscimento ricevuto, e ne ha reclamato il rilascio. " (Corriere della Sera)

Chissà cosa potrebbe accadere se l'anno prossimo a vincere il premio fosse l'australiano Julian Assange , promotore di WikiLeaks? 
Arriveranno dalla Cina o piuttosto da Marte a rendergli onore?

martedì 7 dicembre 2010

a volte non lo so cosa volevo dire

Riposa beato di giorno
a gambe nude
le allarga e le stende, riprende le forze
respira leggero
solo muove le dita, come cercasse.
Si allena.
Questa sera arriverà,
per scompigliare i capelli
intrecciarli
annodarli
come rete da pesca
per farfalle d' acqua.

lunedì 6 dicembre 2010

sabato 4 dicembre 2010

con-sensi

Ho annusato l'aria mentre parlava e sentito distintamente l'odore di zucchero vanigliato di parole di polvere, sottili e delicate, che si perderanno sciogliendosi nel fiato.
Con la pelle, l'ho ascoltato e graffiava come la sabbia. Uno scrub in audio.
Usato gli occhi per toccarlo indugiando sui nei e le imperfezioni, visto la musica muovergli braccia e gambe, nel silenzio più assoluto.
E poi l'ho assaggiato, facendo scorrere le dita, i polpastrelli si ritraevano dal sudore aspro, sciegliendo ossa e cartilagini da esplorare.  

Ora, io non ho voglia di rimettere tutto in ordine.

venerdì 3 dicembre 2010

La terrazza arrazza

"Prendi tutto di petto tu, 
e, 
te lo dico, 
cavolo, 
hai un gran bel petto.."

martedì 30 novembre 2010

sudamé

Io dovevo nascere al sud.
Sono fatta di sole, per il sole.. camminavo sotto la neve, sì, con la faccia all'insù per baciare i fiocchi, ma sotto sotto io lo so che aspettavo.
Può piacermi una volta la neve, il sole invece mi piace sempre.
Perchè nel caldo è la mia casa, nel vento che frusta il mare, nella canicola delle masserie, con gli sterpi e la terra assolata e la sabbia che ti punge.
La sabbia che ti entra negli occhi, ti gratta la schiena, ti si infila negli slip e nelle scarpe e te la porti in casa; non c'è verso di ramazzarla, la puoi solo aspirare, ma tanto torna, perchè sta anche nell'aria.
Non potrai sapere cos'è il pulviscolo finchè non metti piede in casa mia. Dopodichè il tuo piede sparisce. Nel pulviscolo.
Io sono il meridione.


che mi capita di fare un commento qui e viene fuori il delirio.

lunedì 29 novembre 2010

accostamento

Era una persona particolare.
Trapelava dallo sguardo obliquo.
E dalla leggera zoppìa, a destra, compensata dall'asimmetria della cotonatura ai capelli, a sinistra.
E dal cappotto svasato in senso contrario, stretto al fondo e largo sulle spalle.
E dall'accoppiata geniale dell'acquisto: un hard disk esterno da 1,5 TB e uno spray rivitalizzante per capelli.
La cassiera la osservò e disse "Tutto qui?"
"Si -rispose- il calzascarpe per mancini non l'ho trovato."
E si allontanò così, di profilo, slittando a lisca di pesce.

sabato 27 novembre 2010

tutto sommato

Il desiderio più forte della notte appena trascorsa
è senza logica. 
Iscrivermi alla facoltà di matematica.

giovedì 25 novembre 2010

sono entrata nel cuore

Il solito peggiore bar è sempre uguale.
Avevo la necessità di stare sola, in un luogo familiare.
Eppure é diverso.
Ho salutato i due proprietari, come sempre, ho ordinato una weiss piccola, come sempre, mi sono accomodata sullo sgabello alto, come sempre.
A sinistra il bancone é occupato dal solito avventore amico che mi ha guardato con l'aria di chi sa tutto, ma non ti dice niente. Mi abbraccia con forza che quasi mi stritola.
Un'ora. L'intervallo giusto per ridere di gusto con i brizzolati signori eleganti dell'angolo del solitario che mi hanno accolta, con strette di mani, le chiacchiere del dopo lavoro e qualche battuta sulla situazione politica. Sono di diritto entrata nel club, come un'amica che  non rivedi da tempo e l'appellativo serioso di Donna Lucia.
Ho scelto l'ora migliore e ancora vuota del casino dei mojto e degli spritz, quando ancora, se il proprietario (quello dei due più antipatico) parlando a voce alta dice "e secondo te, a uno che entra qui e mi dice: sai cosa sei tu?, io che gli devo rispondere?", ci si può permettere di suggerirgli  "uno Stronzo!" senza che ti sbatta fuori dal locale.
Gli avventori di lunga data non puoi mandarli via, sono il cuore del bar.

martedì 23 novembre 2010

luoghi dal tempo perfetto

E' nella strettoia che voglio stare.
Lo spazio si allarga, sopra e sotto, la sabbia cade
e per poco è velocissima, prima di posarsi.
Da dove.
Verso dove.
Immobilizzami lì, mentre corre la sabbia, 
nel punto esatto dove rimangono solo pochi granelli in bilico,
tra come era e come sarà.

venerdì 19 novembre 2010

Fuori campo

Il fruscio crocchiante del tappeto di foglie e rami m'incanta. 
Pare un peccato schiacciarle, ma è un peccato necessario per attraversare il bosco; mi fermo per ascoltare il lento lasciarsi andare e tornare delle forme degli alberi, che si rilassano e ticchettano, gocciolando l'umidità della nebbia. Fitta.
Il richiamo è forte a lasciarmi andare, fiduciosamente, nell'avvampare delle foglie, che diventano rosse, invecchiando, tra questi rami. Lenta lenta la nebbia si scioglie e il cerchio arancione sfuocato diventa più giallo, più caldo. 
Voglio chiudere gli occhi e rimanere qui il tempo di  arrossire del calore del sole, addormentata fra le braccia legnose finchè non mi spunteranno germogli fra le dita.

No, dai, fa troppo freddo.
Davanti alla stufa non si sta meglio?

La voce fuori campo mi rompe sempre la poesia. 

mercoledì 17 novembre 2010

in loop

Dopo la neve,
stava ferma in quella posa elegante
così per giorni e notti
a farsi guardare attraverso il vetro
sempre assorta lontana e soave
finchè la mano gentile
ma ferma
la voltava a capo sotto
un istante,
e la rialzava,
per far, alla fine, di nuovo nevicare.

lunedì 15 novembre 2010

lanciami i componenti

Sono belli gli animali domestici. I gatti, più degli altri.
Fanno compagnia, meglio dei figli (che fanno troppe richieste inaccettabili) e meglio dei genitori (che pongono domande inutili che non hanno risposta). Fanno le coccole con più trasporto di un fidanzato, che usa anche lui il divano come seconda casa, ma non sanno ancora usare il telecomando, mi aspettano dietro la porta con quegli occhietti così allungati e dolci, con la coda dritta dritta, fortuna che non ne ho 44 di gatti messi in fila per 6, ma solo il resto, cioè 2.
Due tornado,
due armi di distruzione,
due masticatori,
due teppisti.
Sono un'associazione per delinquere.
Non li conto più i danni che fanno.
Oggi devono averci dato dentro parecchio con l'operazione polverizza la stanza.
Ok, qualcuno mi lanci i componenti. Stasera li distruggo.


..che con quella faccia da guappo, vuole mettermi paura..

domenica 14 novembre 2010

canzoncine (Lali Puna)

Know you will
Sleep allright
Know you will
Sleep allright


Rest your head
And take a seat beside
Come sit down
Come calm down


See them falling
See them falling

venerdì 12 novembre 2010

sono ospite

Cioè, io non scrivo racconti.
Cioè, quasi mai.
Cioè, io non so neanche cosa scrivo.
Cioè, quasi sempre.
Come gli sarà venuto in mente di voler abbassare così il target dei suoi lettori?
Cioè, Signor Flannery, lei è un pazzo.

martedì 9 novembre 2010

che te lo dico a fare?!

Ubi Minor mi ha tolto il post di bocca.
Con meno parolacce, però.

sabato 6 novembre 2010

di ritorno

Che faccio, prendo o lascio?
Ritrovarsi, con quella faccia che mi ritrovavo, scavata dal sonno, coi jeans talmente lisi da sentirmi in mutande e con un cioccolatino d'accompagnamento in borsa, come portafortuna.  
Lo voglio tenere per il ritorno.
Ma ero troppo vicina al termosifone.
Non so com'è che avevo accettato quell'invito a cena; per languore di una lontananza fisica e per vedere se ancora degli argomenti di conversazione ci accomunavano? è andata poi bene alla fine, anche se ho rovistato troppo spesso nella borsa per controllare che niente si fosse sciolto (il portafortuna) e anche se, a tratti, mi pareva una chiacchierata da ascensore (che guardo l'ora così spesso da far rinculare il tempo e scopro che certe macchie sanno di eterno).
Non saprei dire se si è esaurita l'affinità e questo non mi ha turbata. Insomma, forse ho inteso per un paio d'ore lo scorrere circolare delle stagioni, che è infinito ma ha un'inizio e una fine.
Il cioccolatino era intatto e l'ho mangiato assaporando la fortuna, mentre tornavo a casa.

giovedì 4 novembre 2010

Stop

Cammina.
Le mani infilate nelle tasche del giubbotto.
"Fa freddo, stanotte" pronuncia la frase a voce media, come un pensiero che va lasciato andare per rendere l'aria meno pungente, ma non a voce troppo alta,che la gente dorme. Dormono tutti.
ore 5.22. Non proprio tutti. Ci sono un paio di finestre illuminate dietro le imposte chiuse, una lontana e non lo sentirebbe, l'altra quasi di fronte.
Sta tornando a casa.
Che serata. Che nottata. "Mattina, per la verità. Fa freddo stamattina, questo è il pensiero giusto".
Ridacchia. E' felice. Ha bevuto qualche media, non è certo sobrio ma, sicuro, è in grado di camminare tenendo il marciapiede lì a destra. "Non così!" e comincia a zigzagare "Ecco, questo non è sobrio!".
Dai, occhei. La notte è stata proficua. Gli amici al bar, dopo cena, di sabato, domani è vacanza. OGGI. Ragiona. Ridacchia di nuovo. Posso dormire, cazzeggiare, pensare, mettere giù qualche pezzo nuovo. Il prossimo weekend cominciano i concerti, si prova mercoledì, giovedì e venerdì.. Ehi!!
Si ferma un attimo per un silenzioso assolo di chitarra a mani nude.
E pensa a lei, conosciuta qualche ora prima, bella. Gli sorrideva, pareva interessata a quello che lui aveva da dire, a fine serata si erano scambiati i numeri. Cazzo, questa è la volta buona.
Ore 5.43. Se piomba ora in casa, di fisso sveglierà qualcuno, mamma sicuro. Meglio di no, ancora una siga, me la giro, me la fumo con calma e vado a far colazione al bar. L'unico aperto è qua dietro, vicino alla stazione. Guarda che bbello, il piazzale vuoto, neanche gli spaccini, niente. Occupo una panca ed è mia, solo mia. Si siede, allarga le braccia sullo schienale, poi si stende e pensa al giorno, il sole che viene su, la vita che avanza, la sua, lei, la musica, la gente bella conosciuta e quella ancora da  conoscere.
E' un attimo, non ha sentito il rumore dell'auto, che l'ha seguito in tutto il tragitto, fermarsi; ora ha chiuso gli occhi, non ha visto il lampeggiante.
Solo ad un tratto il fruscìo, si volta e l'ultima cosa che vede è la divisa dietro il manganello.
Poi, STOP.

martedì 2 novembre 2010

mareggiata

L'immagine di una litigata fuori misura, braccia che si agitano, due facce distorte dalla rabbia.. ma infantile. Come piedi di bambini che strepitano in modo assurdo, incontenibile, per le patatine negate fuori orario.
Le facce sono di adulti però, consapevoli e duri, le voci si fanno più acute per sovrastarsi.
Penso ora finisce male però no, guardo meglio; si sfiorano nei corpi con la delicatezza che non usano nelle parole. Mi sono persa nei loro movimenti, tappandomi le orecchie, e sembrava una danza tribale di corteggiamento.
Si sono allontanati, tendendosi, per mano.
E mordendosi il collo.
Non finisce.

lunedì 1 novembre 2010

quando ti chiedono cosa vuoi di più e tu rispondi: un futuro

Potrebbe essere accidia la mia. 
Non è che me ne faccia un cruccio; essendone afflitta, mi si dice, è proprio lì che sta il problema.
Che dovrei, potrei e allora farei. L'accidioso vive nella contemplazione e si assuefa (senza avere la benchè minima voglia di controllare come si scriva -assuefà-) constatando quello che è il suo operare.
Leggo che questo inverecondo peccato capitale nasce dalla soddisfazione e non dal bisogno. Analizzo la situazione e la contemplo, allora.
Insomma, cosa voglio di più se riesco a lavorare, tirando avanti la carretta, con la sveglia che suona alle 5.30 ogni mattina, senza rientrare a casa prima delle 19, quando penso positivo, potendo godere di ben due viaggi ad ammirare il panorama ogni santo giorno, per un totale di tre ore di gita giornaliere, arrivando a conoscere le sfaccettature di questa città e della sua collina in ogni stagione, col caldo-secco, il caldo-umido, la pioggia, la pioggerellina, la grandine, il freddo-becco, l'attesa, la corsa per non perdere la coincidenza, i ritardi, ogni giorno col dubbio il tour lo farò seduta quest'oggi o in piedi, con il gomito di qualcuno piantato nello sterno o nel fianco, come una specie di via crucis per noi poveri cristi della modernità?
Cosa voglio di più se porto a casa uno stipendio, a differenza di molti, che basta per più di metà a pagare l'affitto e per quello che rimane a sostenere le spese, per scelta (ovvio) ridotte all'osso e non alla necessità?
Io vorrei andare al cinema
comprare e leggere più libri
andare a teatro
viaggiare e non per lavoro
cose per cui, ora, se anche avessi i soldi, non avrei tempo
e vorrei comprarmi una casa, prima che la banca tiri fuori le trombette e i fischioni vedendomi anche solo entrare, pensando che io sia un barzellettiere vivente.
Io voglio sputarci sulla banca e ritornare al baratto che ha più senso.
Voglio un futuro fattibile senza ricorrere a prestiti, rateizzazioni a tasso d'usura, favori, ipoteche di dignità, prostrazioni a novanta e zerbinaggio, lotterie fregasoldi, scommesse, furti e spaccio di fuffa.
Senza dover lavorare per 12 ore, che io il viaggio non lo considero no un intermezzo, visto che è lì che lavoro ed è là, molto più in là, che vivo, e se ci devo mettere meno, allora trovamela tu una casa più vicina che io possa permettermi di pagare.
Dico che farei tanto, se avessi i mezzi e se per averli non dovessi dimezzare il mio tempo buono, perchè poi ti dicono: per avere di più devi dare di più.. BALLE. Forse è più vero: per avere di più devi darla/o di più. Vedo politici, amministratori delegati, dirigenti e pure artisti, diciamolo, spartirsi vagonate di soldi e non fare uno stramaledetto cazzo.
Analizzata la situazione, l'ho contemplata e la mia non pare, a me, accidia.
Perchè poi mi viene anche in mente che vorrei poter metter su famiglia, godermela e viverla. Al solo pensiero, voi le sentite le risate di sottofondo da sit-com americana degli anni ottanta? ecco, a me quelle non hanno mai fatto ridere.
Io sono incazzata abbestia. Della stanchezza fisica che diventa mentale e rende indolenti per bisogno di soddisfazione. 

martedì 26 ottobre 2010

finita la pioggia

Appesa a un filo di erba
afferro una goccia di pioggia sospesa
 e la sento scivolare tra le dita
poi le  scuoto fortissimo
per liberarne tante al posto di una.

Brrr che freddo
Ma  hai visto che fai? Mi stai schizzando!
Non guardo, non sento,
mi appoggio alle foglie.
A me piace giocare.

Sei un folletto, mi dice,
ridendo di denti canini da sotto il cappello a punta.
Non vale la predica fatta da te, spiritello;
a me  piace (spesso) scherzare.
Di scherzo innocente che ruba i sorrisi, 
per respirare la gioia che, a volte,
qui dentro non c'è.

sabato 23 ottobre 2010

con le mani di melograno

Questo è un discorso dalla parte dei gatti e delle femmine, no, veramente è un discorso dalla parte del mio gatto e dalla mia.
Va beh, solo dalla parte mia.
Quindi se non vi piace l'idea, chiudete subito.
Fatto? Bene.
La mattina è per me il momento ideale per le coccole, quelle prese a piene mani, quelle dell'amore che sbrodola dalle pareti che se ti mettessi a leccare l'aria saprebbe di marmellata, burro e cacao, di zucchero, brodo di giuggiole, miele e anche un po' di gianduiotto.
Quelle del caffè che serve come ricostituente per ricominciare l'amore, soprattutto se mischiato al rosso dell'uovo.
Quelle  del bagno nella vasca con la musica in sottofondo.
Del mio gatto che ronfa acciambellato tra le gambe, talmente forte da farmele vibrare, quel motorino del mio gatto.
A pensarci, una roba così, prodotta da un uomo, non me la  riesco a immaginare, tantomeno aspettare, tantopiù spiegare.  Il massimo della vibrazione fisica che riesco a concepire, generata da certi uomini , è una scoreggia, sì. Però puzza.
Non è uguale neanche per 'sta cippa.
Ma quando succede che succede (non la scoreggia, per chiarire, che c'è sempre qualcuno di spirito) e che arriva quello che riesce a smuovermi una per una le corde, i nervi, i peli, la pelle, la saliva, gli umori, e mi accorgo che, se anche gli partisse il peto del secolo, non avrei niente da ridire (ma solo motivi per aprire la finestra), allora, è il momento della svolta.
Dei numeri di incontri  perdo traccia, numero di cellulare, nome proprio e qualunque ricordo, a dimostrare quanto la mia memoria sia selettiva, nel bene e nel male, perchè nel migliore dei casi mi rimane, a livello inconscio, qualche sciocco tabù derivato da una pratica che sarebbe oggettivamente divertente se non fosse collegata come un malaugurio a quel preciso incontro.
Che ho detto?  E non lo so
.. stavo in realtà pensando al melograno. A quel profumo, ai 1ooo chicchi che ci metto una vita a sgranare, li mangio e ce n'è sempre uno che mi lascia quel saporaccio in bocca e subito devo mangiarne un altro. Spero sempre che l'ultimo ingollato sia il più dolce e croccante e penso che mi fermerò e non ne mangerò più, per non perdere quel sapore.
Penso, io.
Ma si sa che, se stimolata male, la mia memoria si resetta. Automaticamente.

mercoledì 20 ottobre 2010

pensate a grappolo

Sono quelle cose di una volta,
capitate una volta, che non torneranno,
non uguali alla prima volta.

come quando nonno sì lavò i denti col Lasonil scambiandolo per dentifricio

e mia sorella preparò le rolatine di carne con la lavanda al posto del prezzemolo

come quando spensi la sigaretta col piede, ma ero scalza

come il TROPICAL (cocktail del capodanno 1994/95) di nostra invenzione composto da 3 quarti di alcool e 1 quarto di tutto ciò che capitava a tiro. E ho detto -tutto-.

come F. che non avendo più cartine, si rollò una canna col sacchetto
del pane e lo scotch marrone e se la fumò

come la mia prima visione di Psycho

come quando ballavo questa. 


martedì 19 ottobre 2010

Vicino a un anno di distanza

Ti ho rivisto vicino
abbastanza da rubare i desideri
non troppo da realizzarli
accovacciato sull'anima
per adombrarla
non per proteggerla
chino sul corpo per penetrarlo
senza avere il cuore adatto.
Invidioso della leggerezza che non hai
la superficialità ti fa corazza
di un per sempre che neghi
eppure l'hai decretato
in un tempo a cui non appartengo io.
Ho provato, così forte.

sabato 16 ottobre 2010

ultra suoni

Gomiti appoggiati al divano, gambe incrociate sul tappeto, testa china sul lato sinistro, capelli in autogestione riccia.
Rimedi ai pensieri sconclusionati:
sigaretta
musica
chiamare gatto
La maglietta sale lasciando scoperto l'addome, un punto attira l'attenzione. L'ombelico.
La mano libera si appoggia e scivola, ne traccia i contorni.
Rimedio: ricordi.
Torna indietro.

Il pane abbrustolito sulla stufa, il profumo dell'olio d'oliva e quello della pannocchia bollita.
Nonno girato di schiena che armeggia ai fornelli. Sta preparando le verdure ripiene.
Torna indietro.
La penombra nel caldo, il corridoio, le porte tutte chiuse tranne una, la luce di candela e i suoi occhi chiusi.
Torna indietro, ancora.. cerca, cerca..
L'acqua alta salata, le mani aggrappate al costume.
Torna indietro.
Ci deve essere da qualche parte un frammento della sua voce,  un pezzetto della sua pelle.
E' troppo forte la voglia di urlare fino a frantumare i vetri, quel rumore sì potrebbe spezzare il pianto.
L'ombelico.
Eccolo il ricordo, il punto d'incontro. Sta tutta lì la parte che univa.
Torna indietro.
La sua mano si accarezza il ventre abitato e sorride e canta.
Io sto dentro a nuotare e, non so perchè, vorrei poter ricordare quella canzone.

mercoledì 13 ottobre 2010

Siete un po'ssessivi

Mio è egoista, autoreferenziale e narciso.
Suo e Loro sono gemelli, espatriati forse esuli, parlano di cosa non si sa.
Vostro è odioso, ha la spocchia e, senza dubbio, anche le orecchie a sventola.
Tuo straparla, vive in un altro pianeta.  Con Mio fanno un gran casino ma non c'è verso che si capiscano.
L'unico vagamente centrato è Nostro, il fratello buono, generoso. Niente per me che non sia anche per gli altri.
Peccato parli spesso da solo.

domenica 10 ottobre 2010

mania(ca) o dell'umidità

Il freddo umido mi mette lo scazzo, addosso e dentro le ossa.
Mi rifiuto di fare il cambio di stagione.
In qualunque stagione.
Tengo mischiati maglioni invernali con canottiere leggerissime.
Ho messo il cappotto per uscire, aperto-slacciato ma sempre cappotto.
Mi piace provare i vestiti trasparenti estivi cortissimi e svolazzanti soprattutto quando fuori fa un freddo becco. E immagino quelle scene da film dove lei si presenta a casa di lui con un cappotto pesantissimo e sotto indossa solo biancheria intima.
Sono tentata di farlo, prendere il bus così agghindata sapendo che gli altri non sanno.
Un po' come il maniaco con l'impermeabile.
Che se non piove, però, lo riconosci subito.
Sarà l'umidità che stimola la perversione..

mercoledì 6 ottobre 2010

dalla parte di Lui (e mo' bbasta)

"Ora basta!!
L'uso inappropriato del mio nome, la mia continua invocazione è per me motivo di sconforto, ora come ora.
Sapete della mia esistenza da sempre eppure continuate a chiamarmi solo negli attimi di rabbia, di delusione, di ira.. perchèè?? Mi tenete appeso, inforcato, ma vi rivolgete a me solo nel momento del bisogno.
Ho donato a voi il mio figlio migliore e voi che fate?Lo sacrificate ogni anno in occasione delle feste; ma è anche mio il corpo, la carne che voi mangiate (buona parte di voi),  il sangue che versate, placando i vostri peccati, senza soffermarvi mai sulla sofferenza, sulla mia e quella dei miei figli devoti e della madre che li ha partoriti.
Voi, in fondo, non sareste nulla senza di me e senza ciò che tramite me.. ogni mia parte..  potete creare.
Esigo rispetto.

p.s. io esisto e davvero mi sono fatto in 3 per voi, ingrati."


Firmato

il porco

lunedì 4 ottobre 2010

3/4 di burro

Il composto che riempie questa ciotola è un pianeta.
Il burro intiepidito a temperatura ambiente.
Il burro e lo zucchero versato sopra,
 a pioggia,
lavorato, rimestato,
accarezzato col cucchiaio.
Si gonfia.
Il burro-zucchero spumoso, l'uovo e la farina.
Il cioccolato fuso che lo colora.
Il dito affonda e si porta alla bocca, da solo,
è un astronauta in un viaggio spaziale a gravità zero. 
Rimbalza dal composto alle labbra.
Non so se arriverà a diventare torta, questo pianeta.

domenica 3 ottobre 2010

(Sunny)

Din din tin
il cucchiaino nella tazza del caffè
cosa facevo prima?
sfrschhh
plastichetta dei biscotti, che non sai mai se la ricicli nella carta o nella plastica
per non sbagliare, indifferenzio.
pluck
biscotto nel caffè

una volta scrivevo sui fogli e mi piaceva temperare la matita
ma poi usare sempre la penna nera, non blu
senza guardare dove
giravo il foglio per occupare i bordi, e in mezzo uno o più ghirigori.
ghirogoro. se è uno. prima ciccio e poi smilzo.
cosa stavo facendo prima?

venerdì 1 ottobre 2010

capriole nel prato

Il gioco che preferisco si fa in due, che potrebbero diventare tre, ma col tre coperto, che c'è ma si percepisce solo, come un respiro troppo affannato e non come un rantolo, come un profumo che resta nel cassetto ma si perde sulla federa del cuscino.
Le regole sono due.
Nella dinamica del gioco è importante che chi conduce faccia credere al secondo che è lui, in realtà a guidare, e che lo creda fino alla fine; se si finisce fuori strada, potrà dirgli "è colpa tua".
Nella dinamica del gioco è importante che il secondo faccia credere al primo di essere convinto di condurre, fino alla fine, per potergli dire "scusa, mi dispiace".
Nel finale, sempre si finisce a rotolare giù per una collina, ma non è così traumatico, perchè non c'è strada, non ci sono colpe nè scuse, non c'è respiro affannato. 
Rimane solo il profumo, annodato ai pensieri.
Se il gioco è stato realmente condiviso, rispettando le regole, le mani si cercheranno ancora. Insieme a tutto il resto.

mercoledì 29 settembre 2010

1000 e non più di 1000

Dopo 10 anni con lo stesso stipendio
il mio attuale grande capo mi concede l'aumento.

Mancava solo una gigantesca scoreggia (al napalm) su Montecitorio
e questa giornata sarebbe stata MEMORABILE.

martedì 28 settembre 2010

l'eccezione

Che se anche tu avessi 
tutti i piedi di un millepiedi,
non mi spaventerei
di rimettere a posto tutte quelle scarpe.

Ma rammendare i calzini, no, però.

domenica 26 settembre 2010

il destino e il cordone

Di tanto in tanto, passo il sabato sera a casa, evitando locali affollati, muretti e murazzi, strisce di polveri sottili e sottilissime (perchè io non faccio uso di droghe in polvere se non in cucina, ma conosco i miei polli, e la visione delle abitudini del luogo ancora è legale e abbastanza inevitabile), alcol a fiumi, chiacchiere che in quel "di tanto in tanto" mi soffocano.
Io amo il mio silenzio, in quei momenti.
E scopro nuove cose.
Perchè finisco col guardare SuperQuark.. 
La famiglia Angela. Diomio, quelli sono stati ovunque, conoscono chiunque, hanno risposte a enigmi storici scientifici medici e quant'altro. Giacobbo, in confronto,  a quei due gli fa una pippa così!
Ieri sera, per dirne una, ho imparato che gli Aztechi avevano tante e interessanti usanze.. una per tutte, al momento del parto, il cordone ombelicale del neonato veniva conservato e, se nasceva una femmina, veniva seppellito di fianco a un focolare, se nasceva maschio, veniva sepolto in un campo di battaglia.
Per indirizzare al meglio il suo destino.
Certo, ora come ora, posso pensare che fosse un modo un tantino chiuso di stabilire i ruoli uomo-donna, ma nessuno può negare che erano altri tempi e non credo ci fosse molto di diverso da fare. Qualche sacrificio umano, due o tre battaglie, una battuta di caccia, pranzo, cena, semina, raccolto e consultazione del calendario.
Si, poi anche loro si drogavano, ma non stiamo a guardare il pelo nell'uovo.
Se solo avessero saputo che arrivava Cortez a rompergli i marroni, si sarebbero buttati da subito nel narcotraffico. Sto divagando, lo so.
Arrivo al dunque.
Alla fine della puntata, mi sono chiesta se certi rituali siano stati applicati anche qui, in passato; io voglio, io pretendo oggi di riuscire a  capire da dove sono usciti fuori certi personaggi e perchè le loro vite hanno imboccato proprio quella direzione.
Esempi. Quando è nato Minzolini, il suo cordone sarà finito per sbaglio tra le esche per andare a pescare.
Borghezio? metti che la mamma fosse una distratta, ha posato il cordone in frigo e poi, confondendolo con gli avanzi della trippa della  domenica, l'ha dato da mangiare al maiale (perchè sicuro che c'è un maiale nella vita e anche nel giro vita di Borghezio).
Quello di Capezzone è stato usato per giocare ad "attacca la coda all'asino". 
E Cota? No, io non ce l'ho con lui personalmente, ma un po' come succedeva col mio ex titolare, fa uscire la bestia che è in me. Non riesco a  considerarlo governatore di qualcosa che sia più grande di un chicco di riso.
Nel suo caso mi sono venute in mente due alternative: che il suo cordone sia finito tra le scorie di una centrale nucleare, perchè solo così si spiega tutto.
O che la mamma gliel'abbia lasciato stretto stretto intorno al collo.
Ma comunque non abbastanza stretto.

venerdì 24 settembre 2010

amanti su misura

Aveva preso male la misura.
Strano, perchè io sono preciso che a momenti misuro il dentifricio che stia giusto sullo spazzolino.
Forse che quando ha preso la misura, stava di profilo. 
Si dormiva come pupi.
No, anche piegando quel braccio, non ci stai.
E' che dovrei proprio tagliartelo il braccio.
Ti stai agitando un po' tanto.

Ok. Devi star ferma, altrimenti non riesco a infilarti nell'armadio.

martedì 21 settembre 2010

tic, senza noccioline

Quando affiora la consapevolezza che cambiando giusto un paio delle scelte fatte in passato, tutto avrebbe preso sapori e colori "diversi", un po' mi tremano le gambe.
Quando mi ricordo che "diversi" non vuol dire necessariamente migliori, quasi quasi sorrido.
Quando penso che sto preparando la vita da abitare da oggi in avanti, mi brucia l'occhio sinistro.
Quando faccio un bilancio di queste stronzate, e mi formicola il sopracciglio, sono convinta che è ora di bere un negroni.

lunedì 20 settembre 2010

hai visto il topo?

Conversazione su skype

Raffaela: mi sa che ginetto ha preso un topo
luce: davvero?
Raffaela: aiuto
luce: ma dov'è scusa?
Raffaela: sì l'ho visto passare qui in camera con un animale in bocca
nn ho il coraggio di guardare
luce: non farglielo tenere.. che schifo!!
Raffaela: ora è in bagno
Raffaela: aiuto
luce: prendi la scopa!!!
Raffaela: è un uccellino
mi sa.. l'ha devastato
luce: o madonna.. CHE SCHIFOO!
Raffaela: nn so
Raffaela: mi fa schifo
luce: ma è vivo ancora?
Raffaela: nono nn è vivo
era già morto quando l'ho visto. Tutto insanguinato!!
luce:buttalo sul balcone con la scopa.
Raffaela: è in bagno

luce: ci sei? Raffi? Raffi???

fragorosa risata

Raffaela: erA UN PEZZO DI COSTATA
AL SANGUE
luce: ma dove l'ha presa????
Raffaela: al ristorante qua sotto.. che tipo!
luce: beh, così non paga il coperto...

domenica 19 settembre 2010

beatitudine

Questo cielo nella stanza mi ricorda qualcosa. 
Il viola che vibra nell'armonica che suona, con l'organo sull'albero e l'infinito più blu delle mille bolle blu.
Canta canta e, Teresa, ti prego, non sparare, che sei proprio senza fine.
E chiudi quella cazzo di finestra, che l'estate è finita, dai, veniamo, in pace.

Fratello caramello l'hanno arrestato l'altro ieri sera, c'è poca poesia in questo perchè invece la pallina (persa ahimè sotto casa tua) Nigeria  ancora non l'ha trovata.
I bambini sul balcone han provato, chiamato, sussurrato
"Mamma, quelli han perso la pallina.." Sì, tesoro, dai entra dentro che c'è umido.
Cazzo di tossici!
Non ce l'avete una casa?
Il paradiso è in terra, perduto perduto.

Vieni qui vicino a me. Adesso te lo posso chiedere.
Ma non hai voglia di uscire? Li aiutiamo a cercare la pallina.
Adesso ti spiego una cosa..

venerdì 17 settembre 2010

ma tu chi sei? (certi incontri ti cambiano la vita)

Tre mattine di fila non si può sostenere.
Mi fissi.
Io passo, controviale opposto, tu sei sempre lì.. dietro la vetrina.
Mi fissi.
Non capisco se occhieggi ma hai l'aria simpatica.
Sorridi e mi fissi.
L'occasione non si spreca.
Attraverso, mi avvicino, sorridente, senza fissarti, aria distratta, chiudo l'ombrello, sbuco davanti alla vetrina. Eccomi!! Ho visto il futuro, io e te, alto, bello, slanciato e quando ti guardo bene da vicino.. tu chi sei? 
beh, ma te sei proprio una sagoma. E non tanto per dire.
'Na SAGOMA. Di cartone.
Merda.

mercoledì 15 settembre 2010

Tempo (cloppete ma anche clappete)

Certe convinzioni ti restano dentro.
Tipo la metà opportuna
Tipo il cielo pesce-azzurro
Tipo il cuore di mamma
Tipo il tempo.
E' inutile pensarci troppo, tanto invecchierò con stile.
Insomma, finchè il mio cervello ci sta e lascia scorrere e non si fissa sui limiti, io so che non marcisco.. il corpo reagisce di conseguenza, fino a un certo punto, poi cederà, lui sì, cederà al compromesso. Ma da solo.
La mia testa molto dopo. Forse mai.
E anche il cuore indurito, a che serve? Si riempie solo di piccole crepe e non è bello nemmeno da ascoltare.
In effetti, è fondamentale che io "conservi di marmo le chiappe e non il cuore" (cit.); quello si è ripreso il suo spazio, solo leggermente spostato, ma batte ancora e parecchio.
Le cose che mi mancano, lo fanno solo per un vago addolcito ricordo.

sabato 11 settembre 2010

Io non so

Questo non è un blog di cinema
nè di musica
nè di recensioni letterarie
nè di satira
nè di cucina
nè erotico
nè scientifico
non è un diario
Che cazzo di blog è allora?

Mi è scesa la uallera al momento e quando quella scende, mi sale la cattiva e se mi sale la cattiva, perdo la fantasia.
Le notti diventano lunghe, il materasso troppo largo, pieno di foglie sparse e sono pigra, fisicamente pigra; tutti i pensieri che ho in testa si accavallano uno sull'altro in un tempo così veloce che non voglio scriverli.
Creano lo stesso fruscìo delle foglie e fanno pendant col letto.
Capite?
Sono mossa da quello che vorrei definire sano egoismo.

Ho deciso, stimolata dal mio stato emotivo, da questioni personali e dalla strana piega che prendono gli eventi, che questo è un blog SPALMABILE.
Sono stiracchiata.
E mi sospendo.. io il tempo non lo so, anche se possiedo solo quello, nella misura in cui lo sfrutto finchè c'è, nell'ignoranza del sapere quanto ne avrò.

Chissà.

giovedì 9 settembre 2010

Lame

  quantità insospettate/insospettabili
di coltelli
affilati
lucidi
e arruginiti vicino al manico
seghettati e appuntiti
Mannaie, mezzelune, scimitarre, asce
che rumore fanno
se le agiti nell'aria
a un palmo dal mio naso
o se le lanci, veloci..?
sssibilano
Taci, per favore.

lunedì 6 settembre 2010

Non so come hai fatto...

Avevo visto nuvole.
Ne ho scritto qui.
E lei, fatina, ha seguito il delirio.
Proprio come le ho viste io, senza averne prima parlato.
Empatia.
Grazie

domenica 5 settembre 2010

Berta e Saverio

Lui sonnecchia, quasi annoiato.
Se ne sta acciambellato sul divano a leccarsi con veemenza;
d'un tratto addrizza le orecchie,
perchè sa che lei sta arrivando.
Lei prima era sul letto.
Poi si tira su, stiracchia le zampe e gli zompa di fianco, addosso, puntellandolo e abbracciandolo.
Si fa fare la toeletta, smorfiosa gatta pigra e indolente.
E lui ci sta, un po' per piacere, un po' per prepotenza.
La lava, la lava. Si tiene addosso le zampe, si fa spingere e abbracciare.
Pur di leccarla.
Non conoscono mediazioni.
Sono morsi e soffi quando è ora di allontanarsi.
Per tornare alle posizioni di partenza e ricominciare a giocare.

Invidio questo loro rapporto di esclusiva comprensione superficiale.

mercoledì 1 settembre 2010

No, così non va bene..

Ok. La mia mente è già instabile e precaria.
Faccio sempre la figura di quella che ha la testa per aria perchè, nei discorsi, a volte mi assento..
Non lo faccio per maleducazione, capitemi.
Sono PROPRIO COSI'.
E me ne faccio un vanto, che diamine. Percorro mondi paralleli che conosco solo io con persone che invito io e gente interessante, come dico io.
Sento anche la musica a volte.
E soprattutto sogno di preparare le tagliatelle.. ma questo è un altro discorso.

Il punto ora è:
va bene che questo posto qui è irreale come gli altri, va bene che sono abituata e ormai non ci faccio più caso, va bene che sono sempre tollerante e gentile ed educata ma puttanalarana (e Queen B mi capirà se la cito) non azzardatevi mai più a scrivere commenti, farmeli leggere e cancellarli mentre io sto pubblicando la risposta.
O se proprio dovete farlo, vi prego, donatemi delle sostanze psicotrope prima.
Che almeno mi rimanga il dubbio di essere pazza sul serio.

Grazie
Vi amo, comunque. O forse no. Boh, ci penso e vi mando una mail.