venerdì 30 luglio 2010

Annunciazione


Una volta arrivava l'Arcangelo..
adesso manda gli attacchini.

mercoledì 28 luglio 2010

ma "tricotico" non esiste sul dizionario.. ?

Lo stomaco impellicciato non è mai stato un grosso problema.
Ma quando è troppo, è troppo. Ti intoppa.
Che poi mi sono chiesta, il pelo è meglio averlo esterno allo stomaco, tipo copertura, tipo sciarpetta, per proteggersi da intrusioni fastidiose come insetti infestanti?
O meglio interno, tipo isolante, tipo coibentante, per aiutare gli enzimi a digerire le peggio cose?
Senza pelo è impossibile, a parer mio, ma lo faranno il trapianto del (ca)pel(l)o sullo stomaco?
E sulla lingua? certa gente ha zerbini pastosi posizionati all'ingresso -che diventa uscita- e li usa per strofinarci le parole.
Arrivano a te così, ripassate in superficie, pagliacce e finte e ti tocca ingoiarle, svestirle e strigliarle.  Con le tue spazzole gastriche..
Questa società è ipertricotica.

lunedì 26 luglio 2010

Fiore

Portami con te.
Ti cucirò un taschino su quella t-shirt colorata che indossi.
Mi ci infilerò dentro zitta zitta.
Potrai
accarezzarmi mentre dormo
liberarmi al sole, quando chino il capo
darmi da bere per farmi crescere
donarmi il tuo caldo e il tuo freddo
solleticarmi per vedermi ridere
asciugarmi dopo la pioggia
E io ti donerò le mie radici per portarle come bracciali.
Se proprio vorrai, fammi scivolare sul prato, di notte.
Fai questo viaggio, con me.

venerdì 23 luglio 2010

a ciel sereno

Com'è come non è
il fulmine ha schiantato l'albero
aperto in due
perfettamente diviso
e io l'ho guardato
ammirata per la precisione
e ammutolita per il boato
Per chi e per cosa
ho avuto il dubbio che fosse vero
finchè non ho sentito
il tuo fiato caldo sul collo.

martedì 20 luglio 2010

Entra

Signorina, lei dovrebbe entrare in analisi..

Scusi..?

Si, signorina, forse potrebbe aiutarla.

Si, può aiutarmi. E' questa storia dell'entrare che non mi torna.

Cioè?

Cioè. Io dovrei entrare in analisi..
Ma non sarebbe più opportuno che fosse l'analisi a entrare in me?

domenica 18 luglio 2010

quanti

In parole povere - poverissime - è il principio di indeterminazione che crea il paradosso.
Se ti fissi su un particolare, lo studi e lo misuri, perdi il "senso" e la misura di tutto il resto; se stai a controllare e perfezionare il sistema, rischi di perdere per strada i piccoli particolari che compongono il sistema.
Il vuoto, inteso come nulla, non esiste, gli scienziati lo sanno.. esistono particelle e oggetti dalla vita brevissima che appaiono e scompaiono e lo abitano quel vuoto, anche se per istanti brevissimi che renderne il senso non si può (la parola "può" dura una settimana, in confronto).
La scienza è meravigliosa, spiega tutto, trova formule e mi ha convinta.
Basta percorrere gli infiniti mondi paralleli, sapere di poterli abitare tutti, uno per volta ma contemporaneamente, arrivando a percorrere se stessi e a superarsi. Così si convive col paradosso tra quello che c'è e quello che invece dovrebbe essere.
E' solo questione di misurazione.

Mi è venuta l'ernia al cervello.

giovedì 15 luglio 2010

Intermezzo (la prova del cocomero)

Il temporale ci voleva ieri.
Subito prima del concerto di Charlotte Gainsbourg.
La piazza rinfrescata, la musica al volume giusto, il gruppo bravo e lei.. beh, è il giusto mix tra quel padre non bello ma sexy e quella madre altissima e diafana.
Non una gran voce, ma una presenza scenica altera.
Mi è piaciuta.
E stamattina pensavo ai cocomeri. Li scegli al supermercato "suonandoli" con le mani, mica ti metti a carotarli uno per uno per scegliere il più dolce, il più succoso, il migliore.
Un tipo una volta c'ha provato.. il cocomeraro gli ha segato le mani.
Torno alla vacanza.
Lunedì, Cocorosie.

domenica 11 luglio 2010

La vacanza

Se partire è un po' morire,
ad accompagnare la partenza
voglio un carro di giullari
che per il caldo
stanno immersi, come cialde
in una gigantesca vaschetta di gelato
niente creme, questa volta
qualche frutta
fico lampone mandarino e pesca
lì impalati mi fisseranno
con occhi lucidi e piangenti, 
cercando parole di congedo
le meno tristi
per poi affogarsi di e nel gelato
L'importante è che ricordino
sempre
come un gentil saluto
questa mia rima, l'unica per verità
"Vi ho lasciati sul più bello
con il gesto dell'ombrello!"
perchè è solo una vacanza.

giovedì 8 luglio 2010

Panorama

Non era tanto tempo fa.
Io e questo amico mio (amico vero al momento opportuno, che ti raccoglie da terra col cucchiaio e ti porta a casa e ti regge la  fronte mentre cerchi l'eco della montagna nel water!) parlavamo del nostro sentirci, a quei tempi.
Tipo un "come stai? come ti va?" ma più approfondito.

Io mi sentivo come se nella vita fossi stata abituata a salire e a scendere da una collina, a volte alta e a volte meno, senza un perchè e con la sensazione netta che avrei continuato all'infinito..
In salita, fatica, sbattimento, sete, sconforto, caparbietà.
Arrivavo in cima, mi guardavo un po' attorno, mi godevo il riposo.. poco. Durava un attimo, già ricominciavo con lo scrutare appena sotto, più avanti, poi oltre ancora col desiderio di scendere e andare a vedere che c'era nella collina di fronte.
In discesa, rilassamento, noia, apatia, depressione. E giù mi chiedevo che c'ero scesa a fare.. ma la curiosità era più forte di tutto il resto e di tornare indietro, non se ne parla nemmeno.

Se lo rivedessi ora, quell'amico, gli direi che ci sono.
Ho trovato un posto dove non sento l'ansia di andare; mi è rimasta la curiosità di guardare e scoprire ma qui c'è quello che voglio, che si rinnova, cambia e rinasce ogni volta.
Non so se è in alto o in basso, mi sa che non m'importa. Questo è lo spazio-tempo giusto per me, è aperto, ventoso e garbato, con le curve opportune e la visuale perfetta.
Potrei anche decidere di spostarmi da qui ma so, per certo, che qui tornerò sempre, perchè mi sento a casa.

martedì 6 luglio 2010

Attitudini

Mi piace il mio gatto, che per attitudine mi dorme addosso. In inverno. D'estate solo di fianco, ma le fusa si sentono fino al piano di sopra.
Odio guardare la gente che dorme con gli occhi aperti. Qualunque senso si intenda, va bene.
Lavare i piatti mi rilassa, mi fa concentrare e parlo spesso da sola mentre lo faccio.
Nella doccia, no. Sto in religioso silenzio e mi  ascolto. Quando sono da sola.
La cura per le persone che rispetto è importante. Le persone da rispettare le scelgo con la stessa cura.
Odio gli opportunisti, gli ipocriti, i frivoli e gli snob. E un po' li invidio, per la leggerezza che riescono a sopportare.
Ho un debole sfrenato per i pazzi, i sognatori, gli anarchici e le Donne.
Donne madri, sorelle, poetesse e fate.
Cucinerei da mattina a sera, per chi amo (me compresa) scegliendo gli ingredienti, sbucciando, tagliando, sfrigolando e impastando.
Piango sola, quasi sempre, per discrezione..
Mi incazzo sempre più raramente, ma quando mi incazzo faccio danni.
Mi piace star dentro alle cose, non al margine-semmai di fianco.
Guardo gli occhi e le mani di chi mi sta di fronte, ricordo le espressioni più delle parole.
Nella testa lascio lo spazio per il cuore, nel cuore per lo stomaco, nello stomaco per la pasta. Il fegato lo lascio da parte per il venerdì sera.
Mi piace far l'amore, costruirlo, nutrirlo e donarlo.
Scrivo e ho scritto lettere (d'amore quasi bellissimo) che tutti i destinatari a stento comprendono e hanno compreso.
Quasi tutti.

domenica 4 luglio 2010

Le parole stanno a zero

"Certe volte penso, ma lo penso veramente, che bisognerebbe piantarla con questa storia del parlare. Perchè tanto non serve a niente.. e la sincerità è un incidente e non è nemmeno che faccia così bene come comunemente si pensa. Parlare non risolve i problemi, semmai gli dà una lisciatina. Non si può fare affidamento sulle parole, e questo è tutto. In certi momenti, quando guardi qualcuno che ti ha detto una cosa che avevi messo da parte convinto che fra voi avesse un qualche valore, e t'accorgi che manco se la ricorda, quella cosa, allora pensi che è proprio meglio che lasci perdere e non ci pensi neanche più, capito."

D.De Silva, Non avevo capito niente

Che per caso, mentre spolvero la libreria, cristonando per il caldo e per il nervoso che poco poco mi accompagna quando vorrei passare la giornata in mutande stesa nel letto ma un letto con materasso ad acqua a temperatura-frigo, ascoltando Mina cantare "Brava".. mi cade 'sto libro con le pagine 64-65 a baciare il pavimento.
Lo raccolgo e c'è un appunto sul margine scritto a matita, da me: "l'inutilità del parlare". Ripensaci.
Me lo dovevo tatuare sul polso.

sabato 3 luglio 2010

.

Posso andare a capo
e lasciarmi accarezzare,
ancora
?