lunedì 28 febbraio 2011

te.

ha un profumo buono
la sera,
graffiata dalla tua voce
di vinile che fruscia.

sabato 26 febbraio 2011

L'oroscopo mi sta sul culo, beatoallui.

Non ce la faccio a essere seria, a prendermi sul serio; temo sempre di disintegrarmi come la carta di certi libri, che si sbriciola se la smuovi troppo.
Mi accolgo così come sono, uno scaracchio sputato su questa terra, un essere fra tanti, una penna se scrivo (ma anche se sono arrabbiata), due dita se digito, perchè di più non le voglio usare. Due o quattrocchi a seconda dell'ora del giorno.
Ho imparato ad accettarmi, ad affettarmi, a squartarmi; sono carne ma carne viva e finchè lo sarò, lontana dal bancone della macelleria. Petto, cosce e ali.
Conservo quello che possiedo di più caro: l'amore e il mio pc portatile.
Con la certezza che mi abbandoneranno entrambi per eccesso d'usura.
Con la certezza che ne avrò fatto buon uso, però.

giovedì 24 febbraio 2011

mi ritorno in me

devo ricordarmi le piccole cose,
sorrido,
ri-penso,
endorfino,
conosco,
parlo lentamente,
imparo a dire "no".
autostima, no autoscontro.

martedì 22 febbraio 2011

la sfida finale

Sarà, ma mi manca il momento della sfida finale, quello col mostro di fine livello che lo devi fare settantacinque volte prima di sconfiggerlo.
Oppure fai come ho fatto io dopo la 16esima, ti fai dare il codice e giochi in modalità IDGOD, cioè sei Dio.. puoi sparare col bazooka contro un muro a due micron di distanza e il rinculo ti fa l'effetto delle bollicine della gazzosa.
Si, mi piaceva giocare a Doom, mi piaceva giocare a Magic e ho anche giocato di ruolo, fanciulla gentile che sono. Spaccavo il culo ai passeri.
Per sbaglio mi capita di osservare in streaming la faccia gonfia di Cota, lo sguardo acuto penetrante e svagato di Gasparri, il sorriso avvilito di Franceschini e i capelli frisè(ggianti) della Conchita nazionalpopolare, che parlano di colonnelli, dittatori, talebani e loro amici di lettone, quando mi viene la voglia irrefrenabile di organizzare un torneo misto tra me e loro, ma con regole mie e come decido io.
Primo, gli tappo tutto: terre, paludi, foreste, orifizi, centrali nucleari e qualunque genere di mana possiate immaginare e loro MUTI. Ma qui nessuno ha mai picchiato nessuno, mai stato violento, mai istigato alla violenza.. Dici, non si può? macchè, le regole le faccio io indi oltre all'aver tappato, c'è l'incantesimo diarrea fulminante implosiva se apri bocca per lamentarti.
Secondo, gli lancio l'istantaneo specchio delle altrui brame. Dallo specchio viene fuori Calderoli col maiale, Cota si eccita, Gasparri ha un embolo ma prima si fa schiaffeggiare, e dal maiale e da Conchita, mentre Franceschini sorride avvilito.
Nel muto caos generale, evoco l'angelo nero della vendetta, il mostro finale, il demone delle fiamme delle anime perdute di chivv'estrammuort!
E loro, in tutto questo, MUTI. Per sempre.
Alla fine, però, è solo un gioco.
Spengo che è meglio.

la mia stella ha forma e occhi

Perdonatela, la franchezza.
I due amici dell'amarone amarissimo, io ho provato a evitarli, ma mi si ripropongono, come la peperonata per lo spuntino di mezzanotte. Li sto spiando, lo ammetto, e questa è la seconda parte di un incontro, chissà, forse a divanetto e senza vino.

Io ho una buona stella pesante,
mi innamoro ad ogni respiro,
per sei anni ho cercato/trovato/indagato/scrutato/scalato, pazza gioia rules ma ogni tanto va a scemare, per mancanza di entusiasmo;
che io ci credo nell'amore, ma lui purtroppo non crede in me - maledetto
tu sei una persona in gamba, eccezionalmente sghemba
poi lo sai, l'amore genera magrezza, talvolta
e tu lo sai! poi se al mattino non ti parte una canzone, ci resti male tutto il giorno perchè al lavoro stai troppo sveglio
non mi è mai capitato di sentire e non parlare
certo mi metto in attesa con la cavalcata delle Valchirie,
sissignore e nossignore.
Il vento è bello, il vento scompiglia, e da bambino mi piaceva fare come i cani e cacciare fuori la testa dal finestrino fino a che non si seccavano occhi naso e bocca.
Ridevo, come un matto.
A me da piccola la maestra in un tema mi segnò errore perchè scrissi coppino al posto di mestolo. Bah! io lo chiamavo così, quello il coppino è.
Volere tutto è un sacrosanto diritto, che poi non si ottenga è un altro paio diemme.
Di metri?
Di merda.
Tu immagina e io realizzo, nei limiti della legalità e un po' anche della decenza, per Antonomasia (che ha un nome secco).
Io Toni Servillo lo vorrei in camera, a dirmi buongiorno.
La vedo di difficile attuazione.. ma come ti vengono in mente certe cose?
Le leggo su Famiglia Cristiana, settimanale cristiano
cristiano maronita
cristo, i cristiani!
maronna, i maroniti!
gesù, i gesuiti!
confucio, i confusi!
budda, i budini!
e allah?
gli alieni.

lunedì 21 febbraio 2011

Pink Freud (come perdere il romanticismo)

Ci sono giorni in cui ti svegli ed è tutto rosa;
spalanchi gli occhi d'improvviso, senza sveglia, apri la piccola finestra e quello che vedi è rosa.
Come i confetti, mai più visti
come certe pesche nel punto dove la polpa si avvicina al nocciolo
come la bavarese di fragole
e il marshmallow di gomma appiccicosa.
Ci sono maledettissimi giorni in cui ti svegli ed è tutto schifosamente rosa;
perchè qualcuno ha messo i suoi cazzo di calzini rossi
in mezzo al mio bucato bianco da lavare.

venerdì 18 febbraio 2011

di una certa-qualche utilità

papillote /papijɔt/
s. f.1 diavoletto (m.), bigodino (m.) (di carta): avoir la tête en papillotes, avere i bigodini in testa; (fig.) tu peux en faire des papillotes de cet article!, con questo articolo puoi farci le barchette!  2 (cuc.) cartoccio (m.): cailles en papillotes, quaglie al cartoccio 3 carta di caramella. 
La parola è tratta da:
il Boch - quinta edizione Zanichelli editore
Ha ricevuto questa e-mail in quanto iscritto alle parole del giorno dei dizionari e delle opere di consultazione Zanichelli.

mercoledì 16 febbraio 2011

l'amarone è amarissimo, fratè..

disegnavo cerchi e petali nel vetro appannato.
Poi li vedo, due amici, un uomo e una donna, e i due calici di vino.

La questione parte dalla fionda della lingua femminile a molla che elabora un concetto di fiele
"che poi, secondo me, se qualcuno che hai amato tanto non senti più nemmeno il bisogno di insultarlo, allora davvero credo che non lo ami più"
L'uomo si rabbuia.
"questa è una fionda. questa cosa mi fa pensare"
Sembrano conoscersi da tanto. Invece no.
Lui l'ha solo immaginata ingolfarsi di pop corn col pigiamone dalle maniche lunghissime e i calzini pesanti .
Lei lo ha immaginato limonare ad ogni angolo della classe, con ogni volta una ragazza diversa.
Si sono mancati per poco sul brucomela alla sagra della frittella; si sono quasi sfiorati a un concerto di Elio e le storie tese, ma lei stava nell'angolo in basso a destra e lui cercava con lo sguardo la donna della sua vita, fissando solo le ragazze già in coppia; hanno guardato il mare, uno a ponente e l'altro a levante; messo gli occhiali, acceso la radio, lavato i denti e bevuto il caffè alla stessa ora, chissà quante volte.
Ma in luoghi diversi.
"Scusa, non volevo ferirti"
"Non ho detto che mi hai ferito, dico solo che hai detto una verità che può ferire".
Lei pensa: ecco che ora devo consolarlo.
Lui pensa: ecco un'altra rompipalle con la verità tascabile.
Invece no.
Potrei fare come Melissa P. e scrivere un romanzo osceno e diventare ricca e famosa.
Pensavo a un titolo come "250 colpi di macete prima dell'aperitivo"..

No, ti vedo più a scrivere "Cento scappellotti da mio padre dopo avergli dato la pagella".

Lo voglio più noir, più noir.. "250 aperitivi PRIMA del colpo di machete"? 

Ti dò un titolo autobiografico: "250 colpi a salve prima della botta e via", come lo vedi?

INCHIAVAbbbILE.

No, scusa, ma questo è un titolo per una canzone di Zampaglione.

Quanto mi piacciono 'sti due?

lunedì 14 febbraio 2011

Mele bianche

"La Pazienza non vuole mai aprire la porta al Dubbio, poichè è un ospite sciagurato.
Usa tutto ciò che è tuo senza fare attenzione a non distruggere quanto hai di più fragile e insostituibile. Se ciò accade, si limita a scrollare le spalle e se ne va.
Senza chiedere il permesso, porta spesso con sè amici equivoci: la diffidenza, la gelosia, l'avidità, e tutti insieme si mettono a spadroneggiare e a cambiare la disposizione dei mobili nelle tue stanze come vogliono. Parlano bizzarre lingue misteriose senza preoccuparsi di tradurre quel che dicono. Cucinano strani piatti nel tuo cuore che lasciano strani odori e sapori ancor più strani.
Quando finalmente se ne vanno, che ne sarà di te?
Ti lasceranno felice o addolorato?
Rimane soltanto la Pazienza con la ramazza in mano."
Mele bianche, J.Carroll

L'autrice/attrice di questo blog ha più pazienza di me.
Più dei suoi parenti stretti, ma larghi, e lontani, ma incombenti.
Più pazienza di chi la guarda di sbieco fumare alla fermata del bus.
Più pazienza dell'amico che la ascolta inveire contro il male tutto, in certe giornate di odio generalizzato per il genere umano (amico compreso, si sappia).
Più pazienza degli uomini che ha frequentato.
L'autrice di questo blog sta parlando di sè in terza persona.
Ne deduco sia vicina alla schizofrenia.

sabato 12 febbraio 2011

venerdì 11 febbraio 2011

Mai succeda che mi lasci senza

Disegnami la schiena con stelle di miele
alberi di liquirizia a scendere
e terra invernale di cioccolato e polvere di cocco.
Fino giù.

lunedì 7 febbraio 2011

da Ben Harper al concetto di bzz

modalità criceto off
modalità criceto on
sono per la salvaguardia del criceto che mi gira nella testa, lo preferisco a quando si ingolfa di semini, tutti da una parte poi. Inguardabile.
il criceto marcia, il criceto tiene in movimento i neuroni, il criceto ti porta da qualche parte.
la zona è quella, c'è la mia impronta sull'asfalto e non del piede, mi ci sono schiantata di faccia, davanti al concessionario; non un essere umano che abbia detto bè, solo il criceto ha fatto bzzz come la gomma del capo. 
Anche quella sera suonava nell'aria un pezzo di Ben Harper che lo amavo fisicamente e nel '96 non era ancora famoso ed era in concerto gratis a Torino e io preparavo quell'esame di merda di progettazione, per il giorno dopo.
E mi son detta eccheccazzo. Ma l'esame era in gruppo, 26 ore di veglia a fosforil-serina (Paolè non devo ricordare, devo d-i-s-e-g-n-a-r-e tutta notte) e tè caldo e io lo odio il tè se non è alla menta o ai frutti rossi.
26 ore di calvario a disegnare righe di china e neanche mi ricordo dell'esame.
Ricordo però che nel tragitto casa-facoltà sentivo la musica del circo. E so, ora, che era criceto bulgaro a eseguire le sue acrobazie.
Per dire che la mia amica che ci è andata al concerto di Ben Harper non aveva neanche un foglietto o un fazzoletto di carta per l'autografo, solo un assorbente. Per dire.
Ce l'avevo anche uno vero di criceto e quando io e mia sorella ci siamo accorte che era morto, era passato un giorno e mezzo
conversazione tipo: dorme sempre criceto?
boh, sarà stanco.
ma non ti sembra un po' troppo immobile, criceto?
Si, è anche rigido.
Occhei, criceto è morto.
Per punizione ora, la modalità sta spesso sull'on, generando il bzzzz.

venerdì 4 febbraio 2011

è spirato liberamente (sono rimasta bloccata sul titolo)

Quelle mani si allungano fino al cielo.
Tu sei bella e non lo vedi.
Mani di streghe di legno ai lati della strada, storte.
Fissale a lungo per dimenticarti.
Tu sei salva e non lo senti.
Mi trattengono qui con i nodi sporgenti e le punte affilate.
Ma tu scappa, sei libera e non lo sai.
Era solo-tutto un sogno.

mercoledì 2 febbraio 2011

io credo

Posso finalmente trovare un senso nel credo religioso.
E vendere statuette ripiene di white russian.