giovedì 4 novembre 2010

Stop

Cammina.
Le mani infilate nelle tasche del giubbotto.
"Fa freddo, stanotte" pronuncia la frase a voce media, come un pensiero che va lasciato andare per rendere l'aria meno pungente, ma non a voce troppo alta,che la gente dorme. Dormono tutti.
ore 5.22. Non proprio tutti. Ci sono un paio di finestre illuminate dietro le imposte chiuse, una lontana e non lo sentirebbe, l'altra quasi di fronte.
Sta tornando a casa.
Che serata. Che nottata. "Mattina, per la verità. Fa freddo stamattina, questo è il pensiero giusto".
Ridacchia. E' felice. Ha bevuto qualche media, non è certo sobrio ma, sicuro, è in grado di camminare tenendo il marciapiede lì a destra. "Non così!" e comincia a zigzagare "Ecco, questo non è sobrio!".
Dai, occhei. La notte è stata proficua. Gli amici al bar, dopo cena, di sabato, domani è vacanza. OGGI. Ragiona. Ridacchia di nuovo. Posso dormire, cazzeggiare, pensare, mettere giù qualche pezzo nuovo. Il prossimo weekend cominciano i concerti, si prova mercoledì, giovedì e venerdì.. Ehi!!
Si ferma un attimo per un silenzioso assolo di chitarra a mani nude.
E pensa a lei, conosciuta qualche ora prima, bella. Gli sorrideva, pareva interessata a quello che lui aveva da dire, a fine serata si erano scambiati i numeri. Cazzo, questa è la volta buona.
Ore 5.43. Se piomba ora in casa, di fisso sveglierà qualcuno, mamma sicuro. Meglio di no, ancora una siga, me la giro, me la fumo con calma e vado a far colazione al bar. L'unico aperto è qua dietro, vicino alla stazione. Guarda che bbello, il piazzale vuoto, neanche gli spaccini, niente. Occupo una panca ed è mia, solo mia. Si siede, allarga le braccia sullo schienale, poi si stende e pensa al giorno, il sole che viene su, la vita che avanza, la sua, lei, la musica, la gente bella conosciuta e quella ancora da  conoscere.
E' un attimo, non ha sentito il rumore dell'auto, che l'ha seguito in tutto il tragitto, fermarsi; ora ha chiuso gli occhi, non ha visto il lampeggiante.
Solo ad un tratto il fruscìo, si volta e l'ultima cosa che vede è la divisa dietro il manganello.
Poi, STOP.

13 commenti:

  1. Giuro: alla fine m'hai fatto tirare un sospiro di sollievo.

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  2. Splendido e raggelante, sei brava nel creare le atmosfere. Very good.

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  3. marziano@ sollievo per cosa?
    zio@ grazie, come sempre.
    calzino@ il racconto è ispirato a un fatto di cronaca, sì.

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  4. In effetti...Sollievo per cosa? A me s'è gelato il sangue perchè non so come hai fatto a farlo, ma si capiva che era ispirato a una storia vera...

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  5. Davvero ben scritto, mi hai fatto venire la pelle d'oca e mentre leggevo mi scorrevano davanti agli occhi le immagini del massacro di Federico Aldrovandi. Glom!
    Yin

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  6. @patè: mi ero convinto che sarebbe finito peggio.

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  7. marziano@ io peggio di così, non avrei immaginato.
    yin@ già.

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  8. Sì, molto brava a creare questo racconto poetico di strngente realtà...già Aldro e molti altri.

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  9. Ritmo serrato. La cronaca offre spunti meravigliosi, ma è difficile saperli mettere in narrativa così bene.

    Adesso giura solennemente che il prossimo racconto che scrivi lo pubblichi da me.

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  10. Un brivido lungo la schiena al pensiero che è ispirato a una squallida realtà.
    Ma un grande inchino al modo di raccontarlo.

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  11. silas@ detto così, non posso che promettere. ;)
    web e Alli@ e ringrazio anche voi.

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Ricorda: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre". Poi lèvati dalle palle.