Non ricordava nemmeno come c'era finita sotto quel tavolo.
Non ricordava nemmeno cos'era; stava carponi, chinata tanto da sfiorare il pavimento col naso.. a cercare nutrimento tra briciole e avanzi, rovistando e grattando con quelle che erano state le sue mani.
Sopra il tavolo loro mangiavano e ridevano, quella cosa sotto aspettava solo che per distrazione cadesse qualcosa.
Ricominciò di nuovo a fiutare, ma no, era tutto secco, marcio, incrostato, impossibile cibarsi.
Nella foga di cercare, si ferì e cominciò a leccarsi per levare il bruciore e pian piano vide che sotto lo sporco c'era la pelle, la sua. Aveva dimenticato. Sotto era pulita e viva, come si era ridotta così? Si leccò ancora, si strofinò, usò i lembi della tovaglia per levare quella corazza di terra e schifo e si vide,ancora così bella.. si ricordò, della promessa che avrebbe avuto di più se fosse rimasta chinata, ad aspettare. Invece ogni giorno restava sempre meno per lei, aveva imparato a farsi piacere gli avanzi di giorni per non patire..
Quanto tempo era passato? Cos'era adesso?
Lo fece d'istinto, senza curarsi del dolore delle ossa piegate e irrigidite, si tirò su, in piedi, rovesciando il tavolo e quello che ci stava sopra.
E si accorse che seduto a quel tavolo non c'era rimasto nessuno.
Pianse. Per il tempo perso.
E rise. Perchè il tempo non era perduto.
Come una crisalide che diventa farfalla. Bello e toccante.
RispondiEliminam@ grazie. Anche il tuo commento. :*
RispondiEliminabella parabola... davvero...
RispondiEliminapiovuta dal cielo1 :-)
RispondiEliminae il latte versato?
RispondiEliminanessuno piange sul latte versato?
itsas@ ti ringrazio. penso e spero fosse un complimento.. però il termine "parabola" mi fa venire in mente che non mi dona per nulla la corona di spine!
RispondiEliminaE grazie di nuovo.
invi@ precipitata a terra :))
ed@ no, io di solito lo lecco il latte versato..